“L’emergenza sanitaria ha quintuplicato le richieste di aiuto giunte alla Caritas: abbiamo fornito beni alimentari o pagato gli affitti”. Lo ha affermato don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesiana di Siracusa, nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Arcidiocesi di Siracusa in cui sono stati forniti i dati relativi agli aiuti agli indigenti durante tutta la Fase 1 dell’emergenza Covid19.

“Prima che scoppiasse la pandemia – ha  detto don Marco Tarascio direttore della Caritas diocesiana di Siracusa –  fornivamo assistenza a 2505 persone, poi il numero è cresciuto sensibilmente, arrivando a quota 3308 nel periodo tra il 9 ed il 25 marzo, fino a toccare il tetto delle 10856 unità tra il 26 marzo ed il 4 maggio. Sono numeri impressionanti, basti pensare che sono stati spesi dalla Caritas, grazie anche a donazioni di enti pubblici e privati, circa 102 mila euro.  Nel complesso, abbiamo consegnato  40 mila buste di generi alimentari e 1000 chili di pasta ogni giorno: sono state oltre 3 mila le famiglie assistite. Posso dire che tra le persone che sono cadute nel baratro dell’indigenza ci sono soprattutto lavoratori in nero, oppure stagionali, badanti, camerieri. Gli effetti economici del covid19 si sono riverberati in particolare su di loro e questo deve farci riflettere”.

Per quanto concerne la tipologia di aiuti, la parte del leone l’hanno fatta i beni materiali, per cui sono stati spesi oltre 68 mila euro. “Tra le voci più importanti – ha detto don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesiana di Siracusa – ci sono gli affitti degli appartamenti, le bollette dell’energia elettrica e del gas, ed i farmaci. Ma la situazione è davvero grave perché ci aspettiamo che tante altre persone avranno moltissime difficoltà nel pagare le locazioni. Sarà davvero un problema di grosse dimensioni”. La Caritas ha anche chiarito in che modo sono stati concessi gli aiuti. “In una prima fase – ha detto don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesiana di Siracusa – li abbiamo dati a chi ce ne ha fatto richiesta, poi abbiamo chiesto il modello Isee ma al tempo stesso chiamavano al telefono. E’ stato fondamentale l’aiuto dei nostri 70 volontari”.

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