L’Eni ha annunciato la fermata dell’impianto Versalis di Priolo, specializzato nella produzione di cracking e degli aromatici che avverrà a partire dal primo di luglio. E’ il primo passo, peraltro compiuto con anticipo, verso la chiusura dello stabilimento che, secondo i piani del colosso italiano, sarà trasformato in una bioraffineria: un investimento di oltre 900 milioni di euro che cambierà il volto del Petrolchimico di Priolo per le inevitabili ricadute su tutta la filiera industriale.

Come cambia il volto del Petrolchimico

Senza la “vecchia” Versalis, gli altri tre player,  Sasol, Isab e Sonatrach, non avranno quelle produzioni da sempre usate per le loro lavorazioni. Con la fermata dell’impianto, si procederà con le bonifiche, che, a loro volta, prevedono un lavoro cospicuo per le aziende coinvolte e naturalmente per la manodopera.

Cisl e Uil favorevoli, contraria la Cgil

“Si tratta di un passaggio rilevante, che si inserisce nel più ampio percorso di confronto nazionale avviato sul piano di Trasformazione e Rilancio del gruppo Eni-Versalis, già formalizzato con il Protocollo d’Intesa sottoscritto lo scorso 10 marzo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy” fanno sapere dalla Femca Cisl che, insieme alla Uil, hanno dato il loro assenso al piano di riconversione dell’Eni mentre la Cgil si è sempre detta contraria.

“Tanti e troppi sono i dubbi – dicono dalla Cgil- su una grande operazione finanziaria fatta solo per motivi di profitto, che Eni/Versalis ha potuto attuare indisturbata e senza garanzie solo grazie al silenzio dei governi nazionale e regionale E troppe sono ancora le incognite per il futuro della chimica di base nel paese, e per quello del lavoro e dello sviluppo dell’isola”

Cisl, “accelerare i tempi”

Secondo la stessa Femca Cisl, con il suo segretario di Siracusa e Ragusa Alessandro Tripoli, “l’azienda ha motivato l’anticipazione della fermata con il perdurare di una difficile congiuntura economica e con la necessità di accelerare i tempi autorizzativi per la realizzazione della nuova Bioraffineria e del progetto HOOP. Un segnale che va interpretato non soltanto come la temporanea dismissione di impianti, ma come l’avvio concreto di un processo di riconversione industriale che rivendichiamo da anni. È stato inoltre confermato che tutto il personale diretto attualmente impiegato sarà coinvolto nelle attività di fermata, secondo modalità già previste dal Protocollo del 10 marzo”.

Cgil, “futuro dei lavoratori incerto”

Di tutt’altro avviso il commento di Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia e Pino Foti segretario generale della Filctem Cgil regionale, che temono per il futuro dei lavoratori. “Dal 1 luglio quindi per i lavoratori diretti varranno – dicono –  gli accordi definiti lo scorso mese mentre per quelli dell’indotto l’azienda, senza fornire alcun dato, assicura che addirittura aumenteranno visto il lavoro di smantellamento e costruzione del nuovo impianto. Ma nessuna parola chiara è stata mai detta su quanti lavoratori poi saranno impiegati a regime una volta ultimati i lavori”.