Se i pusher avessero trattenuto soldi legati alla vendita di droga nella piazza dello spaccio di viale dei Comuni le punizioni sarebbero scattate senza battere ciglio.
Le botte ed il trasferimento in ospedale
Uno dei presunti spacciatori, coinvolto nell’inchiesta avviata dai carabinieri e dai magistrati per le bombe ai negozi che ha poi permesso di svelare un vorticoso traffico di stupefacenti, finì in ospedale per le botte ricevute.
Le intercettazioni
In una conversazione tra due indagati, Jonathan Destasio e Gianluca De Simone, peraltro indicati rispettivamente dai carabinieri come il mandante e l’esecutore delle intimidazioni con le bombe carta, sarebbe emerso il pestaggio ai danni di un altro indagato, Damiano Lo Giudice scampato alla retata perché si trova all’estero.
De Simone: Ma dove?
Destasio: all’ospedale.. si conservava dieci palline al giorno… tutte quelle che aveva addosso e ne scomparivano tre o quattro, te lo giuro.. bum bum diretto sul naso…Hai capito il perché.. perché uno si comporta bene, per questo li devo scannare… tutte le scarpe nuove mi sono rovinato
De Simone: Bravo
Destasio: Aspetta che ora ti macino e per giunta davanti casa di…
Gli spari e poi la spedizione punitiva
Un altro presunto pusher, non raggiunto dalla misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Siracusa, avrebbe subito prima un’intimidazione e poi una spedizione punitiva per un debito tra i 2000 ed i 2500 euro di droga, secondo quanto prospettato dai carabinieri e dai magistrati di Siracusa.
Le indagini dei carabinieri
L’avvertimento risalirebbe al maggio dello scorso anno, quando due colpi di pistola furono esplosi contro la finestra di una casa nella zona di via Torino, nel quartiere della Borgata. In quell’appartamento abitava una donna ed interrogata dagli inquirenti svelò che l’avvertimento sarebbe stato per il figlio per un debito con Destasio.
Il pestaggio
Nel corso della sua testimonianza, la donna avrebbe riferito di un violento pestaggio ai danni del figlio avvenuto in un dormitorio, nella zona nord di Siracusa, dove l’uomo aveva trovato riparo. Secondo quanto riferito agli inquirenti, Destasio, Kevin Perez, anche quest’ultimo coinvolto nell’inchiesta, sarebbero entrati in questa struttura, prelevando di forza la vittima, poi chiusa dentro una macchina.
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