Il metodo Schifani, che prevede una giunta degli eletti all’Ars, taglierebbe fuori Siracusa. I “papabili” sono, perlopiù, candidati alle elezioni regionali rimasti fuori dalla corsa per un seggio a Palermo o esterni.
Chi è tagliato fuori
Per quanto concerne i primi, i nomi caldi sono: Mario Bonomo, coordinatore provinciale del Mpa, arrivato secondo nella sua lista, dietro Giuseppe Carta, sindaco di Melilli; Giovanni Cafeo, primo dei candidati di Prima L’Italia, affiliata alla Lega, ma stroncato dal pessimo risultato della lista, che non ce l’ha fatta a rientrare tra le prime 5; Edy Bandiera, finito in seconda posizione in Forza Italia, alle spalle di Riccardo Gennuso, figlio dell’ex parlamentare Ars, Pippo Gennuso.
L'”esterno” Bufardeci
In lizza ci sono anche i cosiddetti esterni, tra cui Titti Bufardeci, ex vicepresidente della Regione, vicino al neo deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, che, proprio ieri, è stato proclamato anche parlamentare regionale dall’ufficio elettorale circoscrizionale di Siracusa (si attendono tutte le altre circoscrizioni per proclamare l’Ars nella sua interezza), in quanto era candidato sia per le Politiche sia per l’Ars. Dovrà scegliere ma tutto farebbe pensare ad un suo impegno a Roma, per cui al suo posto, a Palermo, andrebbe Carlo Auteri, arrivato secondo nella lista del partito di Giorgia Meloni.
Carta e Gennuso
Sembrano esserci poche speranze per i neo eletti del Centrodestra: Riccardo Gennuso, in quota Forza Italia, pagherebbe la sua inesperienza amministrativa, e Giuseppe Carta, in rappresentanza del Mpa, partito in cui è entrato poche ore prima della definizione delle liste dopo un’apparizione fugace nel Pd che ha scelto di non candidarlo.
Le ragioni di Schifani
Le ragioni di Schifani, quelle di avere un uno staff assessoriale di soli deputati, con qualche eccezione, forse per l’assessorato alla Salute, sono dettate dalla circostanza di “blindare” la maggioranza all’Assemblea siciliana ed evitare i problemi che nell’ultima legislatura, per via delle frizioni interne al centrodestra, hanno contraddistinto l’azione della coalizione con ripercussioni notevoli sull’attività legislativa.
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