Il futuro del Petrolchimico è al centro dell’assemblea di 4 ore dei lavoratori  organizzata dai sindacati dei chimici di Cgil, Cisl e Uil.

La Transizione ecologica

L’incontro, dalle 8 alle 12, è concentrato nel parcheggio ex mensa ovest, nel cuore della zona industriale, al centro di un processo di trasformazione di estrema importanza con la Transizione ecologica, i cui effetti non sono ancora del tutto chiari. Alla manifestazione hanno aderito i deputati regional del Pd, Tiziano Spada, e del M5S, Carlo Gilistro, il parlamentare Filippo Scerra e la consigliera comunale del Pd di Siracusa, Sara Zappulla.

 

Il caso Ias

In mezzo, c’è anche l’inchiesta per disastro ambientale della Procura attorno al depuratore Ias di Priolo, sotto sequestro, che, però, rischia di chiudere a seguito della decisione delle aziende del Petrolchimico, Isab e Sonatrach, di realizzare un proprio impianto per il trattamento dei fanghi industriali. Senza l’apporto delle imprese, l’Ias, che funge da depuratore dei reflui civili di Priolo e Melilli, non avrebbe le risorse sufficienti per sostenersi, per cui il rischio, sotto l’aspetto occupazionale, di perdere posti di lavoro è più che concreto.

La fine della raffinazione

La Transizione ecologica, e la conseguente trasformazione del Petrolchimico, appare inevitabile soprattutto alla luce delle direttive dell’Unione europea che ha indicato una deadline: nel 2035 ci sarà lo stop ai veicoli a diesel e benzina, per cui la raffinazione del grezzo, che nella rada di Augusta, continua ad arrivare, non servirà a nulla. Questo vuol dire che cambierà tutto l’indotto, tra cui la chimica.

I costi del cambiamento

Ma come cambierà? E quali costi avrà? Le ricadute occupazionali, come spiegato più di un anno fa dal presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, ci saranno, come accade tutte le volte che ci sono dei cambiamenti, soprattutto in chiave industriali. Da qui, l’esigenza, più volte sollecitata dai sindacati, di spingere con la formazione, altrimenti il rischio è di avere manodopera inadeguata.

Le emissioni di gas

Il senatore del Pd, Antonio Nicita, in una recente lettera al Governo, in particolare al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che il Polo industriale siracusano, “è uno dei principali siti di emissione antropogenica di CO2 e, dunque, la sua riconversione si pone come strategica anche nel quadro di un piano nazionale per il clima e per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti”. E come spesso sostiene Legambiente, una delle ragioni dei cambiamenti climatici, che hanno causato la siccità, una vera piaga per la Sicilia, sono proprio le emissioni di gas.

Non ci sono soldi pubblici per la Transizione ecologica

Ma come sarà finanziata la Transizione ecologica? Il senatore Nicita ritiene che il Polo industriale debba trasformarsi in “hub energetico europeo”, come detto peraltro da Urso, ma “permangono tuttavia, dopo oltre un anno, molteplici incertezze – dice Nicita – di tipo giuridico ed economico, e soprattutto, l’assenza di investimenti pubblici strategici per il Polo. Stupisce che il PNRR, anche nella settima nuova missione RePower EU, non preveda ad oggi investimenti strategici in transizione ecologica, riconversione e rilancio di grande respiro, ad esempio nel solco della pur più volte enunciata Hydrogen Valley siciliana”.