Sono state le rivelazioni di Alfio Ruggeri a consentire ai carabinieri del Nucleo investigativo di Siracusa di svelare la rete familiare che il cugino, Filadelfo Ruggeri, condannato all’ergastolo per mafia ed omicidio, aveva creato attorno alla società di trasporto di ortofrutta capace di monopolizzare la zona nord della provincia di Siracusa.
L’azienda, “Francesco Ruggeri srl”, con un fatturato annuo di circa 25 milioni di euro, è stata posta sotto sequestro dai militari al termine dell’operazione Barrakan. Il tribunale di Catania ha apposto i sigilli a beni, mobili ed immobili, per un valore di 50 milioni di euro.
Le parole del cugino di Filadelfo Ruggeri hanno permesso di aprire una breccia nel fortino della sua famiglia e di quell’azienda che, secondo la tesi dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania e dei carabinieri, sarebbe stata una sorta di cassa per il clan Nardo di Lentini, il più potente nel Siracusano, legato da un patto di alleanza con Santapaola di Catania.
In passato, il collaboratore di giustizia, Alfio Ruggeri, ha dato la sua versione su altre vicende che hanno interessato le vicende della cosca lentinese. Fu lui, insieme all’altro pentito, Vincenzo Piazza, a fare il nome nel 2015 dei presunti assassini di Santo Massimo Gallo, ucciso dopo essere stato torturato il 23 marzo 2002 per un regolamento di conti.
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