Dopo le critiche ricevute dal M5S in merito agli inceneritori, il sindaco di Siracusa, favorevole a questa soluzione come la Regione che ha programmato due impianti in Sicilia, è attaccato da Natura sicula, associazione ambientalista.
Allarme diossina
“A parte il fatto che non termovalorizzano un bel nulla ma bruciano ogni cosa rilasciando scorie da smaltire, e diossina e nanoparticelle da respirare. Oltre all’indifferenziato, infatti, bruciano tantissima plastica, che verrebbe utilizzata come CdR (Combustibile da Rifiuto), ovvero come carburante per migliorare la combustione delle frazioni più difficili” spiega Fabio Morreale, responsabile di Natura sicula.
Aumentare i controlli
Secondo Natura sicula, “piuttosto che metterci contro l’Unione Europea, che impone – spiega Fabio Morreale, responsabile di Natura sicula -sanzioni ai Comuni che non differenziano i rifiuti come dovrebbero, bisogna aumentare i controlli, sanzionare a tappeto gli sporcaccioni e i pigri, premiare chi differenzia bene, installare più fototrappole o appostarsi laddove ci sono microdiscariche che si riformano dopo soli 5 minuti”.
“E ancora, bisogna educare i cittadini colpendoli nel portafoglio. Appellarsi al solo senso civico non basta. Sono in molti che aspettano il giovedì per disfarsi di tutto, non solo dell’indifferenziato. Se non si comincerà a multarli, questi non si adegueranno mai al nuovo sistema di raccolta. Solo così l’indifferenziato diminuirà sostanzialmente” spiega Fabio Morreale, responsabile di Natura sicula
Rifiuti da smaltire in loco
“Per responsabilizzare i cittadini a ridurre, riciclare e ad assumersi tutte le conseguenze, anche ambientali, di come differenziano, i rifiuti dovrebbero essere smaltiti in loco. Non siamo – spiega Fabio Morreale, responsabile di Natura sicula – pregiudizialmente contrari agli inceneritori, ma consapevoli che a questi bisogna ricorrere solo per conferire l’esigua percentuale di materiali indifferenziabili. L’emergenza non può essere utilizzata come scusa per propinare inceneritori senza prima aver fatto tutto il possibile per ridurre al massimo l’indifferenziato. Finora – conclude – i numeri non lo legittimano”.
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