La visita a Siracusa del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, invitato da Confindustria, per discutere, insieme al presidente della Regione, di Transizione energetica e della recente compravendita delle raffinerie Isab, passate dalla Lukoil a Goi Energy, crea una polemica. A sollevarla è il senatore del Pd, Antonio Nicita, per il quale “non risulta essere prevenuto alcun invito né alle rappresentanze nazionali e regionali del Partito Democratico, né alle rappresentanze sindacali”.

Interrogazione al Governo

In merito al closing, che ha sancito il passaggio di consegne nella proprietà delle raffinerie, il senatore del Pd ha, però, presentato una interrogazione parlamentare per chiedere al Governo se saranno adottate delle misure per garantire la zona industriale nei prossimi anni.

I paletti chiesti dal Pd

“Garantire, anche con appositi strumenti di vincolo finanziario, la permanenza della nuova proprietà per un periodo congruo (almeno quinquennale, secondo quanto si legge nella sintesi del DPCM ‘Golden Power’ circolata). Garantire la realizzazione di investimenti diretti privati (di che tipo? E in quale ammontare?) in transizione energetica idonei a soddisfare i requisiti nazionali ed europei sulla decarbonizzazione. Garantire la realizzazione di investimenti diretti privati (di che tipo? E in quale ammontare?) al fine di contribuire alla soluzione del tema della depurazione dei reflui. Impegnare adeguate risorse PNRR e, segnatamente, REpowerEU per nuovi investimenti complementari nella zona industriale (a titolo di esempio il co-finanziamento del progetto Hybla).

Il rischio geopolitico

“Infine, nella interrogazione – scrive Nicita – si chiede di sapere dal Ministro le ragioni per le quali il Governo non ha inteso intervenire con l’amministrazione temporanea, pure oggetto di provvedimento di urgenza, dato che il rischio geopolitico legato alle sanzioni europee alla Russia non era generato, come acclarato dalle Comfort letter italiana e statunitense, dalla proprietà dell’impianto ma dalla provenienza geografica del petrolio greggio oggetto di raffinazione. Conseguentemente, si chiede di sapere quali misure adottate concretamente abbiano fatto venir meno tale paventato rischio”