Hanno deciso di mettersi in isolamento circa 40 lavoratori, appartenenti a due imprese dell’indotto della zona industriale di Siracusa. La ragione, come confermato da fonti appartenenti alle forze dell’ordine, sarebbe legata al decesso dell’anziano di 80 anni, trovato positivo al Coronavirus, spirato al Gravina di Caltagirone dopo essere stato ricoverato all’ospedale Muscatello di Augusta.  Due parenti della vittima lavorerebbero proprio nelle ditte del polo petrolchimico, per cui i colleghi di lavoro, dopo aver parlato con gli imprenditori, hanno manifestato il proposito di rimanere nelle proprie abitazioni.

Gli operai non si sarebbero sentiti sicuri e temendo di essere contagiati o di trasmettere il contagio hanno manifestato la volontà di rimanere chiusi in casa. Ma questa scelta rischia di creare un effetto domino sulle altre aziende dell’indotto della zona industriale che resta operativa, del resto le raffinerie non si possono spegnere con un interruttore.  Come confermato da un dirigente di un colosso del petrolio, la produzione non si è arrestata ma buona parte del personale lavora in modalità smart working. Ci sono negli stabilimenti gli addetti alla produzione “ma in condizioni di sicurezza”.

Frattanto, non si spengono le polemiche relative alle procedure di soccorso dell’anziano di 80 anni di Sortino. Proprio ieri,  un sindacato ha parlato di una falla del sistema, perché, a suo avviso, non sarebbero state prese tutte le informazioni sul pensionato, poi trasferito al Muscatello di Augusta a bordo di un mezzo del 118. A quanto pare, la vittima era da poco tornata dal Nord Italia, insieme alla moglie, ma in merito al contenimento del contagio il sindaco Vincenzo Parlato, ha specificato che sono state individuate le persone, i familiari su tutti, entrate in contatto con l’anziano.

 

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