Hanno deciso di scioperare dopo la convocazione da parte dell’azienda di un incontro per discutere i termini “della procedura di trasferimento collettivo”.

La vertenza Chelab

E’ la vertenza che riguarda 8 lavoratori della Chelab del gruppo Merieux Nutrisciens, con sede a Priolo, azienda della zona industriale di Siracusa specializzata nei campionamenti, tra cui di idrocarburi, per i quali è previsto il trasferimento a Resana, in Veneto.

La protesta

Nelle settimane scorse, i sindacati, Filcam-Cgil e Fisascat Cisl, avevano manifestato la loro contrarietà ai piani della società ma nella giornata di oggi il fronte si è diviso, visto che a scioperare sono stati 5 lavoratori aderenti alla Cgil, in quanto per gli altri 3 sarebbe stata raggiunta una soluzione.

Tuona la Cgil

“La protesta spontanea è scoppiata come risposta dei lavoratori iscritti alla Filcams Cgil , alla richiesta di partecipazione di un incontro richiesto per oggi dall’azienda all’interno della procedura di trasferimento collettivo, sin qui giudicata illegittima da entrambe le organizzazioni sindacali coinvolte” fanno sapere dalla Cgil Siracusa.

Per il segretario provinciale della Filcams Cgil, Alessandro Vasquez, “vanno trovate soluzioni all’interno delle procedure di legge e non facili escamotage di comodo per le aziende”.

Le ragioni dell’azienda

L’azienda, che ha commesse importanti, come con Eni, avrebbe motivato questa decisione con una flessione dell’attività, a causa della crisi legata all’emergenza sanitaria, per cui ha beneficiato degli ammortizzatori sociali previsti dal Governo nazionale a partire dal primo gennaio di quest’anno fino ad ottobre.

“Trasferimento collettivo illegittimo”

Secondo la Cgil, il trasferimento collettivo non è previsto da alcuna norma, anzi ritengono che l’azienda si sia resa protagonista di un “intenzionale e voluto calo di attività”.

Il sindacato sospetta che l’azienda voglia usare lo strumento del trasferimento dei lavoratori in una sede lontanissima da Siracusa per evitare il licenziamento, le cui procedure sarebbero più complesse ed onerose. La distanza, sempre a parere delle organizzazioni sindacali, potrebbe scoraggiare qualche lavoratore a fare le valigie e lasciare famiglia ed affetti.