I carabinieri e la Guardia di finanza di Siracusa hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 4 persone che sono state condotte in carcere accusate di far parte di un clan mafioso radicato in Ortigia, il centro storico di Siracusa.

Il boss

Si tratta di un’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catania risalente al 2021 che vede al centro Orazio Scarso, storico esponente del clan Bottaro-Attanasio, che avrebbe imposto il controllo del territorio, in particolare ad Ortigia, con condotte intimidatorie e violente, tra cui lesioni personali aggravate, estorsioni e rapine finalizzate ad acquisire la gestione e il controllo di alcune attività.

Il pizzo sugli apecalessini

Le indagini avrebbero permesso di acquisire altri elementi, a quanto pare il gruppo avrebbe esercitato un capillare e sistematico controllo su diversi settori economici strategici dell’isola, in particolare quelli rivolti all’erogazione di alcuni servizi ai turisti, tra cui quelli degli apecalissini.

Sono emersi episodi di violenza, minaccia ed estorsione che sarebbero stati perpetrati ai danni dei titolari di alcune attività commerciali situate in aree ad altissima affluenza turistica, nonché l’imposizione del cosiddetto “pizzo” ai proprietari dei noti servizi “ape calessini”, utilizzati da turisti di tutto il mondo per visitare il centro storico.

“Dall’attività investigativa – spiegano dalla Dda di Catania – sarebbe emersa la solidità del vincolo associativo tra i sodali e la capacità di questi ultimi di esercitare un’efficace pressione intimidatoria attraverso la violenza fisica, elementi che avrebbero alimentato un diffuso clima di paura e omertà, tanto tra le vittime quanto all’interno della comunità locale”

Recupero crediti con violenze

Il gruppo criminale avrebbe offerto anche un vero e proprio servizio di “recupero crediti” per conto di persone estranee alla criminalità locale. I mandanti, consapevoli della brutalità del sodalizio, si sarebbero rivolti a esso per costringere, con la forza, terzi debitori a soddisfare le proprie pretese economiche. Le vittime, sottoposte a minacce violenze fisiche e spoliazioni forzate di beni, sarebbero state spesso costrette a cedere per timore di  ritorsioni. Numerosi sarebbero stati gli episodi, tutti caratterizzati da una violenza estrema, che sarebbe stata perpetrata, anche in presenza di donne e minori.

Le armi

Le indagini avrebbero permesso di accertare la disponibilità di armi in possesso del sodalizio, sottoposte nel tempo a sequestro. Tra queste, figurerebbero non solo armi comuni da sparo, come pistole e fucili, ma anche esplosivi ad alto potenziale – in particolare una gelatina dotata di innesco – con caratteristiche tali da renderla altamente pericolosa.

Gli accertamenti patrimoniali

Contestualmente, sono stati eseguiti mirati accertamenti di natura patrimoniale, mediante l’analisi dei rapporti finanziari, conti correnti, depositi e altre forme di disponibilità. Le risultanze di tali verifiche avrebbero evidenziato una rilevante sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati e l’effettivo tenore di vita tenuto dai soggetti indagati, che lascerebbe ritenere l’impiego sistematico di ingenti risorse di origine illecita.

Il tesoro del gruppo

Le indagini patrimoniali avrebbero consentito di accertare, infatti, che taluni membri dell’organizzazione avrebbero tentato di sottrarre i beni mobiliari, immobiliari e le partecipazioni economiche all’aggressione ablativa, mediante l’intestazione fittizia a soggetti compiacenti – tra cui familiari, conviventi o prestanome – con l’intento di dissimulare la reale titolarità degli stessi, acquistati con i proventi delle attività illecite.

I soldi

Sono stati sequestrati beni mobili, immobili ed attività commerciali del valore di oltre un milione di euro. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe usato un amministratore giudiziario nominato al fine di salvaguardare la continuità aziendale e le esigenze occupazionali. Inoltre, nel registro degli indagati sono state iscritte 26 e sono stati sequestrati quasi 40.000 euro in denaro contante e sostanza stupefacente del tipo hashish e cocaina.