Un viaggio tra le stagioni dell’amore. E’ questo, in sintesi, il cuore di Horai. Le quattro stagioni” di Giuliano Peparini che andrà in scena domani ed in replica il 6 luglio al Teatro greco di Siracusa nell’ambito degli spettacoli organizzati dalla Fondazione Inda. Un racconto che vedrà protagonista assoluta una stella di prima grandezza della danza mondiale: Eleonora Abbagnato, prima italiana a ricoprire il ruolo di étoile dell’Opéra di Parigi, direttrice del Corpo di Ballo e della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, che si esibirà per la prima volta al Teatro Greco di Siracusa donando il suo talento e la sua forza interpretativa allo spettacolo.
Lo spettacolo
Lo spettacolo, attraverso un intenso dialogo tra la danza, con le coreografie create da Giuliano Peparini, la musica classica, di Vivaldi e Scarlatti, brani contemporanei, e i versi dei classici della lirica greca e latina tradotti dal grecista Francesco Morosi, si pone l’obiettivo di accompagnate lo spettatore in un percorso dentro l’amore universale: dai primi sguardi al fuoco della passione, dall’inerzia al gelo dell’inverno. A dare voce e corpo alle parole eterne dei poeti classici sarà Giuseppe Sartori, sul palco anche il primo ballerino Michele Satriano, primo ballerino dell’Opera di Roma, in uno spettacolo che coinvolgerà 25 artisti e 15 allievi dell’Accademia dell’Inda.
Peparini, “racconto l’amore”
“E’ un racconto fatto anzitutto attraverso i corpi e la musica – spiega Giuliano Peparini -. La mia volontà è di fondere tutto per raccontare l’amore: al centro c’è un sogno che fa un uomo il quale attraversa varie tappe della sua vita, rappresentate dalle stagioni. E viene esplicitato un rapporto di coppia, in tutte le sue fasi, dall’incontro, al momento della passione fino allo scontro ma con la speranza di una rinascita”.
Repliche in Francia
Lo spettacolo, come ha spiegato il presidente della Fondazione Inda, Francesco Italia, sarà replicato in Francia. “Siamo stati opzionati per proporre 45 spettacoli – dice Italia – in Francia ma abbiamo interlocuzioni con altri paesi, come l’Arabia Saudita ed gli Emirati arabi. Questo significa portare il brand, la storia della Fondazione nel mondo, inoltre ritengo che l’offerta della Fondazione va nella direzione dell’accessibilità della cultura ad una platea vasta e non solo all’élite”
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