Sedavano i falsi invalidi, li istruivano a simulare le patologie, gli procuravano finte badanti per accompagnarli a visita, falsificavano gli accertamenti diagnostici, attestavano false visite in commissione medica. Ora il Tribunale del riesame di Catania accoglie il ricorso della Procura della Repubblica di Siracusa riconoscendo l’associazione a delinquere per i medici e esponenti del patronato coinvolti nell’inchiesta sulle false invalidità.
Il Gip di Siracusa l’aveva rimossa ma il riesame ha accolto il ricorso della Procura di Siracusa: si tratterebbe di associazione a delinquere.
Il 6 febbraio scorso a Siracusa erano stati eseguiti diverse misure cautelari nell’ambito di un’indagine che conta 73 indagati, (Tutti i nomi ) condotta a Siracusa dai Carabinieri, nei confronti di medici e funzionari dell’Inps e dell’Azienda Sanitaria locale, che avrebbero prodotto false certificazioni mediche per l’erogazione indebita di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento.
Il Gip aveva però in un primo tempo rigettato la tesi accusatoria della Procura secondo cui vi era l’esistenza di un’associazione a delinquere. I sostituti Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, coordinati dal Procuratore Sabrina Gambino, hanno dunque fatto ricorso al Tribunale del riesame di Catania.
Secondo i giudici etnei “contrariamente a quanto argomentato dal gip, il sistema illecito di gestione del procedimento per il riconoscimento dell’invalidità civile congegnato dagli indagati trova collocazione univoca in una cornice associativa”. Le indagini dei Carabinieri dimostrerebbero, inoltre, come “ciascuno dei medici faceva la sua parte, concorrendo al risultato di falsare del tutto il procedimento amministrativo e lucrare l’indebita erogazione della pensione”, laddove addirittura l’ente pubblico veniva “occupato e piegato a fini illeciti”.
Un quadro sconfortante quello venuto fuori nell’ambito dell’operazione “Povero Ippocrate”. Ci sono infatti casi di pazienti sedati per apparire malati e ci sono addirittura finti parenti e false badanti che li accompagnano a visita. I Carabinieri hanno anche accertato la presunte falsità di numerosi accertamenti diagnostici e strumentali. I militari hanno anche ripreso alcuni passaggi di denaro in favore di medici. Il “sistema”, che si serviva dell’appoggio di alcuni pseudo-patronati, prevedeva che in alcuni casi il falso invalido venisse istruito circa il comportamento da tenere durante la visita di accertamento dei requisiti presso la commissione dell’Inps; in particolare, il candidato alla pensione di invalidità veniva istruito sulle modalità per simulare determinati sintomi e veniva fornito di falsi referti. I finti parenti e le false badanti servivano a descrivere e confermare la presenza assidua dei sintomi simulati dal candidato.
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