“L’ultimo carico di grezzo russo arriverà in nave nelle raffinerie la settimana prossima”. Lo afferma a BlogSicilia il presidente di Isab Lukoil, Claudio Geraci, in merito all’imminente embargo, previsto per il 5 dicembre, imposto dai paesi dell’Unione europea alle importazioni dalla Russia, in questo caso del petrolio, la materia prima delle due raffinerie Isab Lukoil, che, dati alla mano, rifornisce il mercato italiano di carburante per una quota intorno al 22 per cento.
La fetta per la Sicilia è decisamente più alta, buona parte della benzina e del diesel che viene depositata in migliaia di distributori disseminati nell’isola proviene dai depositi di Isab Lukoil, per cui è facile immaginare quello che potrebbe accadere con lo stop alla produzione.
Il nodo dei prestiti delle banche
Le banche italiane, in particolare Intesa San Paolo e Unicredit, non hanno ancora sciolto la riserva per la cessione dei prestiti alla società proprietaria delle raffinerie, che sono necessari per gli acquisti di grezzo in altri paesi non soggetti a sanzioni e contestualmente per non interrompere la produzione.
Garanzia Sace tra il 70 e l’80 per cento
Il Governo nazionale, con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha messo a disposizione degli istituti di credito la controllata del Mef, la Sace, come garanzia. Un scudo che, comunque, non sarà totale, “tra il 70 e l’80 per cento” dice a BlogSicilia l’ex parlamentare nazionale di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, che, prima della caduta del Governo Draghi aveva provato ad inserire la Sace nella vicenda Lukoil attraverso un emendamento al decreto aiuti, incontrando, però, la resistenza di quell’esecutivo per nulla convinto dell’operazione.
“Estenderla al 100% ma serve legge” dice Prestigiacomo
“Bisognerà lavorare per estendere la garanzia al 100 per cento ma serve una legge” assicura l’ex ministro dell’Ambiente del Governo Berlusconi, che, prima della convocazione del tavolo al Mise, riunitosi il 18 novembre, aveva avuto un incontro con il ministro Adolfo Urso per sensibilizzarlo sulla strategicità del Petrolchimico di Siracusa, definito dallo stesso esponente del Governo Meloni “di interesse nazionale”.
Conto alla rovescia
L’estensione della garanzia per le banche potrebbe così convincerle a sbloccare le linee di credito anche se non è che ci sia molto tempo: il 5 dicembre è alle porte e d’altra parte, comprare petrolio non è certo come fare la spesa al supermercato. Bisogna trovare un accordo con gli acquirenti, sottoscrivere i contratti e disporre gli ordini ai comandanti delle navi petroliere per l’arrivo del prodotto nella rada di Augusta.
Scorte fino a gennaio 2023
In ogni caso, Lukoil ha predisposto delle scorte di greggio che, secondo quanto sostenuto dalla Uil Sicilia, potrebbero durare fino a gennaio del 2023, poi non ci sarà più nulla e la Sicilia rimarrà a piedi ma le ricadute rischiano di essere piuttosto drammatiche.
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