Nell’inchiesta della Dda di Catania e della polizia di Siracusa che avrebbe svelato la riorganizzazione del clan Borgata, culminata con 4 arresti, tra cui quello del reggente Giuseppe Guarino, 41 anni, sono state determinanti le dichiarazioni dell’ex capo della stessa cosca.

L’ex capo della Borgata è collaboratore di giustizia

Luca Costanzo, arrestato nel novembre scorso dai carabinieri nell’ambito di un’altra indagine su questo gruppo, ha descritto, nel corso di diverse deposizione, la nuova mappa della Borgata, che, a seguito della retata di 4 mesi fa, conclusa con 19 arresti, avrebbe subito un nuovo assetto, più sbilanciato dalla parte della cosca Bottaro-Attanasio. Anzi, secondo quanto riferito da Costanzo, sarebbe stato proprio il boss, Alessio Attanasio, a dare l’investitura a Guarino.

“Fu Attanasio a dare incarico a Guarino”

“Allo stato il reggente del gruppo Attanasio è Giuseppe Guarino che ha ricostituito il clan Borgata facente parte del gruppo Attanasio” ha spiegato in un passaggio della sua testimonianza, il neo collaboratore di giustizia. “Guarino mi ha detto che aveva ricevuto l’incarico di reggenza direttamente da Alessio Attanasio” .

I due nuclei del clan Borgata

Nella sua deposizione, Luca Costanzo, ha anche spiegato che il gruppo Borgata sarebbe suddiviso in 2 nuclei, uno facente capo al clan Bottaro-Attanasio, un altro, invece, a Santa Panagia.

“Il reggente del gruppo Attanasio è Guarino – ha detto Costanzo – che è anche a capo del sottogruppo denominato Borgata, articolazione del gruppo Attanasio. Esiste anche un sottogruppo Borgata articolazione di Santa Panagia che era quello da me retto. Entrambi i sottogruppi, tra loro distinti, partecipano delle regole delle rispettive associazioni mafiose perché sono squadre delle associazioni più ampie. Attualmente del sottogruppo Borgata appartenente al clan Santa Panagia non restano affiliati in libertà”.

Le bische e le rivelazioni di un altro pentito

L’inchiesta si è arricchita di un altro collaboratore di giustizia, Claudio Barone, che agli inquirenti ha raccontato di come i clan Bottaro-Attanasio e Santa Panagia si spartissero i proventi delle bische.

Gioco d’azzardo alla Mazzarona

Una delle bische più redditizie sarebbe stata quello in via Luigi Cassia, nel rione della Mazzarrona. Si sarebbe giocato non a Natale, periodo tradizionalmente dedicato al gioco, ma già a partire dal mese di novembre; sulla scorta delle dichiarazioni del pentiti i proventi erano così suddivisi: il 20 per cento al proprietario del locale, il restante 80 per cento a metà tra le due cosche.

I sodali di Guarino

E’ poi Barone a spiegare ai magistrati della Dda ed agli agenti della Squadra mobile chi fossero i sodali di Guarino. Sarebbero 3 e tutti quanti, insieme a Guarino, sono stati arrestati come disposto dal gip del Tribunale di Catania.

Il primo è Corrado Piazzese, che, secondo le forze dell’ordine, avrebbe aiutato il boss nella gestione del traffico di droga oltre a vestire i panni del cassiere. Il secondo è Luigi Scollo, anche lui stretto collaboratore di Guarino che avrebbe avuto un ruolo nella gestione degli incassi delle bische. Infine, Steven Curcio che avrebbe partecipato alle azioni intimidatorie insieme agli altri.

La disponibilità di armi e le intercettazioni

Dalle indagini è emersa l’ampia disponibilità delle armi da parte del gruppo della Borgata. Ed ascoltando le conversazioni dei componenti della cosca, gli inquirenti ne avvertono la pericolosità.

“Io … io la penso in quella maniera …… appena che… bum bum! … “Punirne uno per educarne cento! Io ho
quella teoria ho” è quanto detto da Guarino nel corso di una conversazione intercettata a proposito di alcuni disaccordi nella gestione di una bisca.

“Quello gli spara addosso”

Pure un parente di Guarino, anch’esso ascoltato dagli investigatori, avrebbe lasciato capire quando il reggente della cosca fosse molto determinato e pericoloso.  “Io ne sono certo, perchè vedi che quello è sfasato! Mio cugino è
sfasato- Non lo conoscono, quello si va a fare altri 25 anni di carcere, non lo conoscono bene, Peppe è sfasato. Non lo hanno capito che quello gli spara addosso“.

I pacchi al boss Attanasio

Secondo quanto scoperto dalla polizia, Guarino avrebbe provveduto non solo a pagare gli stipendi agli affiliati detenuti in carcere ma si sarebbe preso cura del boss Alessio Attanasio, detenuto nel carcere di Nuoro. E la polizia lo avrebbe riscontrato il 7 dicembre scorso, pedinando proprio Guarino che si sarebbe recato in un negozio della città per recapitare ad un intermediario un pacco contenente  vari articoli d’abbigliamento sportivo.