Il tribunale del Riesame di Catania ha sostanzialmente respinto i ricorsi delle difese degli indagati coinvolti nell’inchiesta Demetra sull’esistenza di 2 gruppi criminali a Siracusa dediti al traffico di droga e conclusa con 26 arresti. L’unica istanza accolta è quella per Pasquale Salerno, che, al termine della retata era finito in cella. Per gli altri, fatta eccezione per due indagati che erano già ai domiciliari, le porte del carcere restano chiuse.
Le indagini, coordinate dai magistrati della Dda di Catania, hanno focalizzato l’attività illecita dal 2016 al 2019 che in due piazze, quella di via Italia 103 e di via Immordini, nella zona nord di Siracusa. Inizialmente, gli inquirenti si erano concentrati sulla prima banda, finita nel 2012 nell’operazione Itaca della Squadra mobile, che era strutturata come una vera e propria organizzazione. Gli indagati, inoltre, si sono resi protagonisti di alcuni video, pubblicati sui social network, alcuni veri e propri spot pubblicitari della loro “piazza di spaccio” ed altri in cui si vantano dei lauti guadagni della loro attività illecita.
Gli agenti di polizia ed i carabinieri hanno scoperto che il gruppo di via Italia avrebbe imposto il pizzo ai commercianti ambulanti che, ogni mercoledì, partecipano alla fiera settimanale in piazza San Metodio, usata dalla banda per lo spaccio. Secondo i magistrati della Dda di Catania, quei soldi spillati alle vittime servivano per compensare i mancati guadagni della droga, in sostanza si sarebbe trattato di “un risarcimento per il lucro cessante”, come definito dal Giudice per le indagini preliminare nell’ordinanza cautelare. “Notevole anche la valenza simbolica del contributo imposto ai commercianti, a dimostrazione della forza e del controllo del territorio esercitato dal sodalizio nelle zone di sua influenza” hanno detto i magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania. Le indagini si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche ed ambientali e dell’uso di sistemi di videoripresa. Ma una grossa mano l’hanno data i collaboratori di giustizia, le cui rivelazioni hanno permesso di ricostruire la struttura piramidale dei gruppi. Il collegio difensivo degli indagati è composto dagli avvocati Giorgio D’Angelo, Carlo Aloschi, Puccio Forestiere, Junio Celesti e Giuseppe Esposito.
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