Appena un mese e mezzo fa era stato scarcerato per l’emergenza covid19 Paolo Zuppardo,  44 anni, di Avola, condannato tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Era finito ai domiciliari ma nelle scorse ore i carabinieri, eseguendo una misura cautelare emessa dal tribunale di Catania, hanno accompagnato l’uomo nel penitenziario di Cavadonna, a Siracusa, dove sconterà la sua pena, circa un anno e mezzo. Nell’aprile scorso, la seconda sezione della Corte di Apello di Catania  aveva accolto l’istanza presentata dal difensore, Natale Vaccarisi ed ai domiciliari era finita un’altra persona, Giuseppe Capozio, rappresentato da Antonino Campisi e Sinhue Curcuraci.

La vicenda per cui entrambi sono finiti sotto processo è relativa all’intimidazione culminata nel febbraio del 2017 con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco contro un cantiere edile di Avola per la costruzione di una clinica privata.. Secondo quanto svelato  dagli inquirenti, a parlare con l’imprenditore sarebbe stato Giuseppe Capozio che non avrebbe usato una utenza personale ma una cabina telefonica.

Da un’intercettazione ambientale gli inquirenti avrebbero compreso che era imminente un danneggiamento e così, per evitarlo, sono stati richiesti i provvedimenti di arresto eseguiti il 6 luglio del 2017.

Ma i guai giudiziari non sono finiti per Giuseppe Capozio e Paolo Zuppardo che sono imputati nel processo Eclipse per mafia, droga, estorsioni ed armi.  Zuppardo, è indicato dai magistrati della Procura distrettuale antimafia uno dei capi del gruppo criminale vicino al clan mafioso Crapula di Avola ma deve rispondere di minacce aggravate nei confronti del sindaco di Avola, Luca Cannata, e del giornalista, Paolo Borrometi, che, nel corso delle udienze, sono stati già sentiti dal pm della Dda di Catania confermando di essere stati minacciati dal presunto boss di Avola.

Proprio ieri, è tornato in carcere Carmelo Terranova, 72 anni, di Floridia, indicato dai magistrati della Dda di Catania come un esponente di spicco della cosca Aparo di Floridia-Solarino, legata storicamente  al clan Santapaola di Catania, e condannato a tre ergastoli per omicidio.

 

 

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