Una vicenda giudiziaria per un presunto caso di malasanità la cui parola fine arriva dopo 35 anni. Triste ma vero. Come riferisce il Giornale di Sicilia, la Corte dei Conti ha condannato un medico Sebastiano Gulino all’epoca aiuto primario all’ospedale Muscatello di Augusta a versare 107 mila euro, un quarto dei 428 mila sborsati dalla Regione ad un paziente che perse l’udito a causa dell’uso massiccio di antibiotici. Una quota dimezzata rispetto a quanto era stato chiesto all’allora primario, oggi deceduto. Gulino nel periodo in cui si svolsero i fatti era assente dall’1 al 7 ottobre, in quel lasso temporale intervennero anche altri sanitari.

La vicenda prende il via nel 1981 dopo la denuncia dei familiari. L’uomo aveva una diagnosi di orchiepididimite da qui l’uso di antibiotici, una conseguente gastrite acute e problemi renali. Da qui il trasferimento in altri nosocomi tra cui il centro nefrologico di Reggio Calabria dove fu accertata la perdita dell’udito.

Nonostante i due accertamenti medico legali scattati a seguito della denuncia accertarono come la perdita dell’udito fosse imputabile “alla negligenza nella somministrazioni di dossi massive di antibiotici in assenza di ripetuti controlli ematochimici, nel 1987 arrivo fu messa la parola fine al processo penale per intervenuta amnistia. Non stessa sorte invece per il processo civile nel 200 il Tribunale di Siracusa condannò i due medici e l’azienda sanitaria al risarcimento di 428 mila euro, nel 2006 la conferma della condanna in appello, nel 2011 la citazione in giudizio dei due medici da parte della Procura contabile per non aver impartito, anche nei periodi della loro assenza dall’ospedale, adeguate istruzioni agli altri medici. Sospeso il procedimento in attesa del pronunciamento della Cassazione che è arrivato nel 2013 confermando la precedente condanna. Da qui la riassunzione del giudizio davanti alla Corte dei Conti che dopo diverse fasi ha portato alla sentenza di cui parliamo.