E’ allarme inquinamento nella rada di Augusta, peraltro al centro da anni di inchieste su scarichi in mare provenienti dagli stabilimenti della zona industriale. Alcuni pescatori, durante una battuta, sono stati testimoni della moria di numerosi pesci ma è troppo presto per accertare le cause e spetterà alla Capitaneria di Porto verificare cosa davvero si accaduto in questa porzione di mare.

Nei mesi scorsi, un caso simile si verificò nel porto piccolo di Siracusa documentato da alcune foto che hanno fatto il giro nelle chat e sui social. Alcuni passanti, al rientro da una passeggiata ad Ortigia, il centro storico di Siracusa, si resero conto della presenza di quei pesci che galleggiavano sulla superficie dell’acqua senza vita.

Un altro caso, sempre a Siracusa, si registrò, poco prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria, nell’area della Pillirina, uno dei litorali più suggestivi della costa di Siracusa, al centro, negli anni scorsi, di un progetto per la realizzazione di un mega resort, che ha trovato una forte opposizione degli ambientalisti. Gli stessi, riuniti nell’associazione Sos Siracusa, avevano denunciato sulla propria pagina Facebook l’inquietante fenomeno, spiegando che tra gli esemplari morti c’erano alcune baby cernie e numerosissimi gamberetti.

L’allarme sull’inquinamento di mari e fiumi siciliani è stato recentemente lanciato da Legambiente.
Dei 26 punti monitorati sulla costa, 15 risultano oltre i limiti di legge. Di questi, 10 sono stati giudicati “fortemente inquinati” e 5 “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi una fotografia scattata lungo le coste della Sicilia da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.