• Assolto in secondo grado il marito del maresciallo Licia Gioia
  • Respinto il ricorso in Appello della famiglia della vittima
  • Confermata la sentenza in primo grado del gup di Siracusa

I giudici della Corte di Appello di Catania hanno assolto Francesco Ferrari, 47 anni, agente della Questura di Siracusa, imputato per l’omicidio della moglie, Licia Gioia, il maresciallo dei carabinieri trovato senza vita nella villa della coppia, in contrada Isola, la notte del 28 febbraio del 2017.

Confermata sentenza di primo grado

Confermata la sentenza in primo grado, emessa circa un anno fa dal gup del Tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, che aveva accolto la richiesta del pm, Gaetano Bono, il quale, al termine della requisitoria, si era espresso per l’assoluzione.

“Ricorso in Cassazione”

Il ricorso è stato presentato dalla famiglia, difesa dall’avvocato Aldo Ganci, avendoci rinunciato la Procura di Siracusa, “ma aspettiamo di leggere le motivazioni dei giudici d’Appello ed a quel punto presenteremo ricorso in Cassazione” dice a BlogSicilia il padre della vittima, Erasmo Gioia.

Le diverse ipotesi di reato

In effetti, i magistrati di Siracusa, nella fase iniziale delle indagini, in quel periodo in mano al pm, Marco Di Mauro, coinvolto nell’inchiesta Sistema Siracusa ma la sua posizione è stata successivamente archiviata,  avevano indagato il 47enne per istigazione al suicidio salvo poi ipotizzare l’omicidio.

La ricostruzione

Secondo quella ricostruzione, sposata anche dalla famiglia, il delitto sarebbe maturato al culmine di una lite scoppiata tra i due coniugi nella loro villa, in contrada Isola, alla periferia sud di Siracusa. Licia Gioia, come accertato dal medico legale, è deceduta per un colpo di pistola  calibro 9 che le ha perforato la testa ma nel corso dei rilievi è emerso un altro colpo d’arma da fuoco.

I periti

Solo che per i periti del gup del tribunale, Salvatore Palmeri, la tesi del suicidio sarebbe la più plausibile come sostenuta dalla difesa dell’imputato, che, a suo parere, in altre occasioni avrebbe manifestato l’intenzione di togliersi la vita. “Abbiamo evidenziato ai giudici della Corte di Appello – dice a BlogSicilia l’avvocato della famiglia Gioia, Aldo Ganci – l’atteggiamento del marito. Se, come sostiene, la moglie aveva manifestato propositi di suicidio, come mai non è mai intervenuto? Avrebbe, ad esempio, potuto informare i carabinieri perché le venisse tolta l’arma”