Il gip del Tribunale di Roma ha archiviato il procedimento penale che vedeva indagati otto militari per omicidio colposo in seguito alla morte del caporale Tony Drago, avvenuta la notte del 5 luglio 2014 mentre si trovava all’interno della caserma Sabatini di Roma.
La famiglia del militare siracusano non ha mai creduto alla tesi del suicidio. Il giudice ha concluso che “gli elementi ad oggi raccolti non possono ritenersi idonei a sostenere l’accusa in giudizio, non essendo stata neppure accertata la esatta dinamica dei fatti, che al limite avrebbe potuto fornire indicazioni su eventuali responsabilità concorrenti di natura colposa”.
“Il gip smentisce i periti da lei stessa nominati nel corso dell’incidente probatorio – spiega Dario Riccioli, legale della mamma di Tony Drago, Rosaria Intranuovo -. I periti, nel corso dell’udienza del 15 marzo 2017, hanno chiarito, con rigore scientifico e ogni oltre ragionevole dubbio, che l’unica ricostruzione compatibile con le lesioni riportate da Tony Drago e l’analisi della scena del crimine fosse quella omicidiaria (dapprima colpito alla schiena, mentre era obbligato a fare delle flessioni e, successivamente, al capo con un oggetto piatto e largo)”.
Riccioli ha avuto mandato di perseguire ulteriori iniziative legali per scoprire cosa sia realmente accaduto quella notte.
Commenta con Facebook