Il Tribunale di Siracusa ha assolto due avolesi, il titolare di una casa di cura, 50 anni, ed un’infermiera di 42 anni, finiti sotto processo per omicidio colposo e maltrattamenti ai danni di un anziano deceduto nel gennaio del 2017. Il decesso è avvenuto in ospedale, al Di Maria di Avola, dopo era stata accompagnata la vittima, ospite della struttura privata.

Il decesso legato alla setticemia

Le cause della morte sono addebitate ad una setticemia e secondo la famiglia del pensionato l’infezione sarebbe legata a delle responsabilità precise dell’infermiera e del titolare della casa di cura, rispettivamente assistiti dagli avvocati Natale Vaccarisi e Stefano Andolina.

La tesi della Procura

Nella tesi dei parenti della vittima, l’apposizione di un catetere al loro congiunto, che gli avrebbe poi provocato quella patologia, sarebbe avvenuta senza alcuna prescrizione medica. Una ricostruzione spostata dalla Procura di Siracusa che ha chiesto ed ottenuto il processo ai danni dei due imputati ma nel corso del dibattimento le accuse non hanno retto.

L’infermiera non era in quella casa di cura

In particolare, è stata dimostrata l’estraneità dell’infermiera in quanto nel periodo in cui l’anziano morì non era in quella casa di cura ma impiegata da un’altra parte. Il legale dell’altro imputato ha portato in aula la documentazione relativa alla prescrizione medica per il catetere, inoltre, nel corso del processo, è anche caduta l’accusa di maltrattamenti in quanto si ipotizzava che la vittima fosse stata abbandonata.

Il titolare della casa di cura ha presentato la prescrizione medica

La difesa ha sottoposto all’attenzione del Tribunale che era stato lo stesso titolare a sollecitare l’arrivo dell’ambulanza per il trasferimento dell’anziano al Pronto soccorso, per cui il 50enne, al termine della Camera di consiglio, è stato assolto, come l’infermiera, per non aver commesso il fatto.