Aveva eseguito un lavoro commissionato dai gestori di un albergo di Noto: predisporre l’impianto di climatizzazione per l’intera struttura. L’intervento sarebbe costato circa 35 mila euro, soldi che il commerciante, Z.A., 34 anni, residente a Priolo Gargallo, nel Siracusano, avrebbe incassato, solo che il sistema avrebbe avuto più di un difetto. In poche parole funzionava poco e male e così, gli albergatori lo avrebbero chiamato più volte per provare a ripararlo ma nonostante si fosse recato in più occasioni nel locale nel tentativo di aggiustare l’impianto da lui stesso montato il problema non sarebbe sparito. Di fronte alla prospettiva di dover, in qualche modo risarcire i gestori della struttura turistica e probabilmente ormai cosciente di non sapere come risolvere quel difetto avrebbe inscenato un’estorsione ai suoi danni.
Agli agenti del commissariato di polizia di Noto, al comando del dirigente, Paolo Arena, ha raccontato quel che gli sarebbe accaduto. In sostanza, agli inquirenti, il commerciante avrebbe spiegato che durante una sua visita in quell’albergo qualcuno non identificato avrebbe sistemato nel suo furgoncino un bossolo chiuso in un pezzo di carta che conteneva delle minacce, finalizzate a porre fine al suo lavoro. E’ emerso, nel corso delle indagini, che quella ricostruzione era fasulla, per cui il commerciante di Priolo è finito nei guai, infatti è stato denunciato per simulazione di reato.
“Gli accertamenti investigativi, espletati dalla Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Noto, mettevano in luce un tentativo di estorsione – fanno sapere dalla Questura di Siracusa – ad opera di ignoti, finalizzato, probabilmente, a distogliere l’attenzione da una cattiva esecuzione dei lavori presso l’hotel. L’uomo, infatti, dopo aver ultimato i lavori di climatizzazione dell’hotel, per i quali i proprietari hanno pagato 35.000 euro, non riusciva a risolvere i problemi di malfunzionamento e, per non presentarsi più a Noto, ha messo in scena un tentativo di estorsione che, però è stato scoperto dagli investigatori del commissariato”.
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