“La Sicilia sia la regione in prima fila per l’attivazione delle Zone economiche speciali previste dal Decreto Sud (97/2017) varato dal Governo nazionale. L’unico modo per attrarre investimenti esteri o extra regionali passa per le Zes attraverso incentivi, agevolazioni fiscali e deroghe normative”.

Lo afferma Pippo Gianni, ex assessore regionale all’Industria già parlamentare nazionale e regionale che continua: “Abbiamo l’occasione per metterci al passo di altre regioni del mondo dove si contano circa 2700 Zes. Solo in Europa ne ritroviamo settanta, delle quali quattordici in Polonia con l’esenzione della tassazione del 25-55%. Un Governo regionale, degno di questo nome, dovrà attivarsi per l’istituzione delle Zes, individuando tutte le aree di interesse strategico economico a forte consistenza logistica (i porti di Palermo, Termini Imerese, Augusta, Milazzo, Catania, Porto Empedocle e Trapani, e le relative aree produttive; l’area del marsalese fino a Mazara del Vallo; l’area industriale di Palermo, Catania, Siracusa, Gela e Ragusa; Comiso e l’ex area Nato; le aree agro-produttive che vanno da Licata, Vittoria, fino a Pachino; l’area ad alto rischio di Priolo, Melilli, Floridia, Solarino e Siracusa; le direttrici di Catania verso Lentini-Ragusa-Pozzallo; gli interporti e le relative aree dei consorzi ASI di Palermo, Trapani, Catania, Messina; Ragusa, Enna, Agrigento, Siracusa e Caltanissetta; l’area della Valle del Calatino)”.

“Con l’attivazione delle Zes – conclude Gianni – si potrà attuare anche quella richiesta, che presentai da parlamentare nazionale qualche anno fa, di fare di Augusta sede sperimentale per una zona franca (per inquinamento industriale) con credito di imposta e metodo di tassazione sul modello statunitense che prevede che ciò spendi, con le ricevute e/o fatture, possa essere detratto dalle tasse”.