- Fissata l’udienza in Cassazione per il processo sull’omicidio di Eligia Ardita
- Il marito della donna è stato condannato in Appello all’ergastolo
- Secondo la difesa, la vittima è morta per l’imperizia dei medici
E’ stata fissata al 9 luglio l’udienza in Corte di Cassazione per l’ultimo grado di giudizio del processo relativo alla morte di Eligia Ardita e della figlia di 8 mesi, per cui il marito della donna e padre della piccola, Christian Leonardi ha rimediato l’ergastolo in Appello.
Il delitto in casa
Secondo la tesi dell’accusa, il delitto, avvenuto nella notte del 19 gennaio del 2015, è maturato a seguito di una lite tra Leonardi e la moglie, una infermiera dell’ospedale Umberto I di Siracusa, scoppiata nella loro abitazione, in via Calatabiano, nella zona nord di Siracusa.
La lite
Per gli inquirenti, Eligia si sarebbe opposta all’uscita del marito con alcuni amici, scatenando la dura reazione del consorte che le avrebbe tappato la bocca facendola soffocare con il suo rigurgito. Una tesi contestata in aula dallo stesso imputato che, nel corso dei suoi interrogatori, ha sempre sostenuto di non avere mai avuto contrasti con la moglie, fatta eccezione, in una circostanza, per la scelta dei colori dei mobili di casa ma, in quel caso, si sarebbe trattata di una discussione senza toni accesi.
La tesi della difesa
Per Leonardi, che ha presentato ricorso in Cassazione, il decesso è riconducibile all’imperizia dei medici del 118 chiamati da lui stesso a causa di un malore avvertito dalla moglie mentre erano a letto.
I Ris
In effetti, la Procura, in un primo momento, aveva aperto un’inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati il personale del 118 ed il ginecologo della donna ma nei mesi successivi, dopo le verifiche dei carabinieri del Ris di Messina nella casa della coppia, lo scenario è mutato, facendo emergere le responsabilità dell’imputato che, dopo essersi autoaccusato del delitto, ha poi ritrattato, sostenendo di essere stato costretto ad addossarsi le responsabilità per via delle pressioni del fratello e del suo precedente difensore.
La perizia
Ma a far pendere la bilancia dalla parte dell’accusa è stata anche la perizia del medico legale della Procura che avrebbe riscontrato sul capo della vittima delle lesioni. Per la conferma dell’ergastolo si erano espresse le parti civili (rappresentate dagli avvocati Loredana Battaglia, Maria Rita D’Amico, Rossella Grande e Pilar Castiglia) costituitesi in giudizio.
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