• E’ sano di mente  il ristoratore accusato dell’omicidio dei 2 badanti
  • Il consulente del gup di Siracusa ha deposito l’esito della sua relazione
  • La difesa aveva presentato una perizia che, invece, attesta la sua condizioni psichica grave

Per il consulente del gup del Tribunale di Siracusa Giampiero Riccioli, 50 anni, ristoratore ,siracusano, sotto processo per il duplice omicidio dei 2 badanti campani, Alessandro Sabatino, 40 anni, e Luigi Cerreto, 23 anni, è sostanzialmente sano di mente. E’ quanto emerge nella relazione del professor Eugenio Aguglia esposta stamane al palazzo di giustizia dove è in corso il procedimento giudiziario a carico dell’imputato che, dunque, potrà affrontare il processo.

La perizia della difesa

La consulente è stata richiesta dal gup, Andrea Migneco, dopo la perizia psichiatrica presentata dalla difesa di Riccioli, assistito  dagli avvocati Antonio Meduri e Dario Lombardo, in cui è indicato che il ristoratore è incompatibile con il regime carcerario. L’uomo si trova in cella dal suo arresto, avvenuto a Pachino nel febbraio dello scorso anno.

Resta in carcere

Alla luce dell’esito della consulenza del professor Eugenio Aguglia, l’imputato resterà in carcere, se, invece la perizia fosse stata in linea con quella della difesa il processo di fatto sarebbe finito perché Riccioli sarebbe stato indicato come una persona insana di mente.

I contrasti

Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra mobile e coordinate dalla Procura generale di Catania,  avrebbero fatto emergere dei contrasti tra Riccioli ed i due badanti, che, dopo aver risposto ad un annuncio di lavoro dello stesso imputato si erano presi cura di suo padre. Dopo pochi giorni, ci sarebbero stati dei contrasti, sia perché le vittime  avrebbero rimproverato al cinquantenne di trattare male il pensionato sia per questioni di natura economica.

La scomparsa delle vittime

I due badanti sparirono nella primavera del 2014 ma la salme sono state ritrovate a febbraio scorso, in contrada Tivoli, a Siracusa, sotto il terreno della villa del presunto assassino.

La svolta

Ad occuparsi per primi della vicenda furono i magistrati della Procura di Siracusa che, non avendo trovato elementi validi nei confronti del ristoratore, presentarono al Gip del Tribunale di Siracusa richiesta di archiviazione ma dopo le pressioni dei parenti delle vittime, la Procura generale di Catania ha avocato nel settembre del 2020 le indagini, condotte dalla Squadra mobile, al comando del dirigente Gabriele Presti.