• Condannato l’armiere dei due presunti killer di Lentini
  • La vicenda legata all’omicidio avvenuto nell’ottobre del 2020
  • Secondo l’accusa, avrebbe  fornito le pistole a due lentinesi

Il gup del Tribunale di Siracusa ha condannato a 4 anni ed 8 mesi di reclusione Alfio Caramella, 48 anni, lentinese, accusato di detenzione e porto illegale di arma da fuoco.

L’armiere di due imputati

L’uomo era stato arrestato dai carabinieri nel dicembre scorso in quanto accusato di essere l’armiere di  Antonino Milone, 37 anni, Antony Shasa Bosco, 29 anni, quest’ultimi accusati dai magistrati della Procura di Siracusa dell’omicidio di Sebastiano Greco, ammazzato a colpi d’arma da fuoco il 10 ottobre dello scorso anno a Lentini. I due, secondo la tesi dei carabinieri e dei magistrati della Procura di Siracusa, avrebbero usato per il delitto due pistole, una Beretta calibro 22 e una calibro 9 modello P38, che, secondo gli inquirenti, avrebbe messo a disposizione il 48enne.

I presunti killer

Mentre Caramella ha potuto essere giudicato con il rito abbreviato così non è stato per Milone e Bosco, come disposto dal  gup del Tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, nonostante la richiesta dei difensori, gli avvocati Junio Celesti, Rosario Frigillito e Giuseppe Di Mari. Fino ad un anno, era possibile per tutti essere processati con il rito abbreviato, che, oltre ad accorciare i tempi, consentiva all’imputato, in caso di condanna, di ottenere uno sconto di pena pari ad un terzo.

La riforma

La riforma, entrata in vigore 12 mesi fa, impone dei paletti, escludendo coloro che sono accusati di reati gravi. Secondo la tesi dei difensori, il delitto non sarebbe stato intenzionale quanto preterintenzionale, non voluto in sostanza, ma il gup, al termine della Camera di consiglio, ha rigettato questa richiesta, per cui Bosco e Milone saranno processati dai giudici della Corte di Assise di Siracusa.

Le cause del delitto

Sul movente di quella spedizione punitiva, una spiegazione l’avrebbe fornita proprio chi è accusato di aver premuto il grilletto: Antonino Milone, nel corso di 2 interrogatori, avrebbe spiegato che, nei mesi precedenti al delitto, Greco, ex gestore di un distributore di benzina, avrebbe venduto una partita di cocaina, consegnata alla compagna di Milone, poi, però, posta sotto sequestro. Al tempo stesso, la difesa sostiene che, sebbene armato, il 37enne avrebbe voluto solo dare un avvertimento alla vittima, senza volerla ammazzare.

 

 

 

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