• Disposto dal gup di Siracusa il giudizio immediato per 3 in merito ad un omicidio a Lentini
  • La vittima è Sebastiano Greco ammazzato nell’ottobre scorso sotto gli occhi del figlio
  • Due rispondono di omicidio, il terzo di detenzione di armi

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, ha emesso un decreto di giudizio immediato per Antonino Milone, 37 anni, Antony Shasa Bosco, 29 anni, e Alfio Caramella, 48 anni, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Siracusa sull’omicidio di Sebastiano Greco, ammazzato a colpi d’arma da fuoco il 10 ottobre dello scorso anno a Lentini.

Le accuse

I primi due rispondono di omicidio, il terzo, accusato di detenzione e porto illegale di armi da fuoco, è indicato dai carabinieri, che hanno condotto le indagini, come l’armiere, a cui si sarebbero rivolti Milone e Bosco per la spedizione punitiva.

Le armi

Secondo la Procura di Siracusa, le armi per il delitto, due pistole, una Beretta calibro 22 e una calibro 9 modello P38, sarebbero state prelevate dal garage di Caramella. I tre si presenteranno il 26 marzo al palazzo di giustizia di Siracusa nell’aula della Corte di Assise.

“Delitto di droga”

A svelare ai magistrati della Procura di Siracusa dell’omicidio di Sebastiano Greco è stato il presunto autore del delitto, Antonino Milone 37 anni, lentinese, nel corso dei due interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa.

Nella sua deposizione, il trentasettenne, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Mari, avrebbe spiegato che, nei mesi precedenti al delitto, Greco, ex gestore di un distributore di benzina, avrebbe venduto una partita di cocaina, consegnata alla compagna di Milone, poi, però, posta sotto sequestro.

La lite

Solo che, secondo la tesi dell’indagato, Greco avrebbe voluto i soldi ed a quel punto sarebbero sorte delle divergenze tra i due ma Milone, stando alla sua testimonianza, avrebbe temuto per la sua incolumità. E quel timore per la propria vita avrebbe scatenato una reazione violenta, culminata nell’ottobre scorso con l’uccisione di Greco, ucciso a colpi di pistola Lentini, in prossimità di un panificio, sotto gli occhi del figlioletto.

La posizione di Bosco

Bosco, difeso dagli avvocati Junio Celesti e Rosario Frigillito, ha sempre negato la sua partecipazione al delitto, come aveva peraltro fatto nell’interrogatorio successivo al suo primo arresto. Ha raccontato, infatti, di non aver mai saputo delle intenzioni di Milone, con cui è arrivato in sella ad uno scooter su quello che sarebbe diventato il luogo del delitto.

Timore di ritorsioni

Secondo quanto svelato dal ventottenne, Milone, dopo aver discusso e litigato con Greco, sarebbe sceso dal ciclomotore in modo improvviso e dopo aver estratto le armi ha sparato. Per l’indagato non con le intenzioni di ammazzarlo ma solo per dargli un avvertimento, non sono, però, di questo avviso i carabinieri e la polizia che hanno condotto le indagini. Bosco, durante la sua lunga deposizione, avrebbe anche detto di essere scappato insieme a Milone perché quest’ultimo lo avrebbe minacciato.