Il gip del Tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, ha condannato a 14 anni di reclusione  Antonio Montalto, 23 anni, lentinese, accusato dell’omicidio di Roberto Raso, 38 anni, ucciso a coltellate nel luglio dello scorso anno a Lentini.

Il processo con il rito abbreviato

Il processo nei confronti dell’imputato, assistito dagli avvocati Titta Rizza e Junio Celesti, si è celebrato con il rito abbreviato su decisione della difesa dopo che nei confronti del 23nne era stato emesso un decreto di giudizio immediato.

Al termine della requisitoria, il pm aveva chiesto 14 anni ed il gip ha sostanzialmente dato ragioni alla tesi della Procura anche se occorrerà attendere 90 giorni per le motivazioni della sentenza.

Montalto è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento delle parti civili, i familiari della vittima, costituitisi in giudizio.

La vicenda

I due protagonisti di questa drammatica vicenda avrebbero avuto dei contrasti di natura economica. A quanto pare,  sarebbero entrati in contatto in via Silvio Pellico, nei pressi dell’abitazione di Montalto. Ci sarebbe stata una lite, poi il 23enne sarebbe tornato a casa dove avrebbe preso un coltello, presumibilmente da cucina, che avrebbe poi usato contro il 38enne.

I fendenti

Raso, colpito all’altezza dell’addome, da una prima ricostruzione dei carabinieri, si sarebbe accasciato: è stato soccorso e trasferito al Pronto soccorso dell’ospedale di Lentini ma i medici riuscirono a fare ben poco, infatti le lesioni inflitte dalla lama erano troppo profonde e gravi, per cui il suo cuore cessò di battere nel volgere di poco tempo.

Le indagini e la svolta

Le indagini dei militari del comando provinciale di Siracusa e della Compagnia di Augusta si concentrarono sulla vittima e nel corso di poche ore sarebbero emerse le responsabilità del 23enne che, in un primo momento, fece perdere le sue tracce, salvo poi costituirsi.

“Pretendeva del denaro da me”

Montalto, nel corso dell’interrogatorio  nella caserma dei carabinieri di Lentini, avrebbe  spiegato di non conoscere bene la vittima, anzi sarebbe stato il 38enne, secondo l’indagato, nel corso di un incontro occasionale, a pretendere, senza apparente ragione del denaro.