“Ritardi intollerabili ed incomprensibili nell’effettuazione dei tamponi per tutti i dipendenti del Parco archeologico della Neapolis di Siracusa.Tutto questo è ancora più inspiegabile, nonché grave, alla luce ancora oggi di un caso di positività e di altri casi di asintomatici, emersi in qualche dipendente dello stesso ente”.
A denunciarlo sono stati il segretario generale della Cisl Fp Ragusa Siracusa, Daniele Passanisi, e la responsabile del Dipartimento Enti regionali della Cisl Fp Ragusa Siracusa, Paola Di Gregorio, in merito alle richieste di realizzazione dei tamponi al personale del Parco archeologico della Neapolis. E torna alla mente il caso del direttore del Parco archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto, morto di Covid19 per cui c’è un’inchiesta della Procura di Siracusa con l’ipotesi di omicidio colposo senza indagati. A perdere la vita è stata anche una collaboratrice di Rizzuto.
“Sono state effettuate ben tre richieste nelle ultime settimane, da parte del direttore del Parco archeologico, all’Asp di Siracusa per effettuare i tamponi al personale in organico – hanno specificato Passanisi e Di Gregorio – a fronte di alcuni casi di positività al Covid 19, senza che sia stato dato seguito a queste istanze. Peraltro segnaliamo che i dipendenti hanno scelto responsabilmente ed in piena autonomia di restare in quarantena. Tutto questo ci sembra alquanto grave da parte dell’Asp visto che, a distanza di oltre un mese, la situazione non risulta essere migliorata, in particolare nelle modalità di intervento”.
“Non vorremmo rivivere la stessa tragedia di fine marzo con i casi Rizzuto e la sua segretaria – concludono i sindacalisti – ed è per questo che sollecitiamo azioni concrete e immediate a tutela del personale del Parco archeologico che, nonostante questa emergenza, oggi a riapertura dei siti continua a svolgere in maniera responsabile e puntuale le proprie mansioni”.
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