Un congresso provinciale, in coincidenza di quello nazionale, per eleggere gli organismi del Pd, definire una maggioranza e prepararsi alle amministrative del 2023 nei 5 Comuni del Siracusano in cui si vota. E’ la proposta di Marco Monterosso, ex segretario cittadino del Pd Siracusa e leader della corrente dei Giovani turchi, legati a Matteo Orfini.

Perché ritiene salutare un congresso provinciale?

E’ un fatto positivo. Considerando che vi sono state le elezioni regionali e nazionali e che sono emerse nuove personalità nel Pd, è giusto che il Partito democratico, fermo al congresso del 2020, proceda verso un chiarimento della linea politica. Ci sono, peraltro, delle scadenze importanti e soprattutto temi delicati come le amministrative del 2023 che si terranno in 5 Comuni, tra cui il capoluogo.

A Siracusa il Pd si è diviso sul sindaco. Lei che ne pensa?

In questo momento, metà partito spinge per sostenere la candidatura del sindaco in carica, Francesco Italia, mentre l’altra, tra cui il circolo cittadino, è di tutt’altro avviso. Il congresso provinciale avrebbe il merito di definire la posizione del Pd, condivisa dalla maggioranza, qualunque essa sia, per poi andare in una direzione precisa. Particolarmente importanti sarebbero le elezioni dei segretari cittadini dei 5 Comuni in cui si vota, oltre, naturalmente, al segretario provinciale.

Nel Pd tra i più attivi c’è Tiziano Spada…

In questo momento, il Pd non è interlocutore attivo nel territorio. Di quale Pd parliamo? Quello del congresso del 2020? O quello del neo deputato regionale, che è entrato nel partito il giorno prima di candidarsi all’Ars?

E’ giusto che Spada esprima la sua opinione, ma come ha già sottolineato Salvo Baio, il ruolo dei parlamentari è diverso da quello degli organismi del partito, con questi, però, che danno la linea politica ma si istituiscono con il congresso.

E il congresso metterebbe pace?

Chi vince avrà la responsabilità di esprimere una linea politica, chi perde farà opposizione ma è fondamentale che chi uscirà sconfitto dal confronto dovrà legittimare la parte vincitrice. Al momento, ci sono degli organismi eletti nel 2020 che dicono una cosa, ed altri che, nel 2020 non c’erano e che ora sono nel Pd, che non riconoscono quel risultato.

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