- Fsi-Usae, Cobas, Csa, Confintesa e Fials hanno proclamato lo sciopero degli operatori del 118
- Indice puntato sulla carenza di personale ed il riconoscimento di alcuni diritti
- Sollevato anche il problema della sicurezza dei mezzi di soccorso
- Manifestazione programmata per il 25 di maggio
Personale del 118 ridotto all’osso, specie nella Sicilia orientale, peraltro sottopagato e mezzi di soccorso insicuri. E’ l’allarme lanciato da Fsi-Usae, Cobas, Csa, Confintesa e Fials che hanno deciso di proclamare lo sciopero per il 25 maggio.
Strappo sindacale
Uno strappo rispetto alle altre organizzazioni sindacali, pesantemente accusate di non fare gli interessi dei lavoratori, in quanto “vorrebbero spadroneggiare, rivolgerebbero il loro interesse sulle adesioni al sindacato, piuttosto, che a quelle che sono le richieste della categoria” si legge nella nota dei sindacati organizzatori della manifestazione.
Le rivendicazioni
Secondo quanto indicato da Fsi-Usae ,Cobas, Csa, Confintesa e Fials è necessario “il riconoscimento di un addendum al contratto di servizio che veda riconosciuti una serie di istituti indispensabili per il funzionamento del servizio e fin ora mai concessi, tra tutti ricordiamo: la pronta disponibilità e reperibilità, buoni pasto, progressioni di livello e scarti di anzianità anche per gli autisti soccorritori”.
Personale carente
Tra le altre richieste, “le assunzioni di personale specie nella parte orientale dell’isola in palese carenza di organico; gestioni poco chiare in ordine al rispetto delle graduatorie, organizzazione e pianificazione del lavoro”. Ed ancora, “il riconoscimento di una indennità di rischio biologico, per gli autisti – soccorritori, come già avviene per i medici EST, figura che siede accanto agli autisti – soccorritori a bordo delle ambulanze del SUES 118”.
Ambulanze insicure
I sindacati che hanno proclamato lo sciopero sollevano un’altra questione. ” Occorre il potenziamento dei punti di sanificazione e l’apertura di presidi di decontaminazione allestiti nei P.O. e mai aperti, motivo per cui ad oggi le ambulanze permarrebbero bloccate in attesa di sanificare, incrementando il rischio di contagi a causa dei lunghi tempi di permanenza con in dosso i dispositivi di protezione contaminati, spesso anche ore”.
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