Aumenterà la quota di biocarburante, fino a 500 mila tonnellate, da commercializzare e questo consentirà alle aziende di incrementare produzioni e profitti.
Lo prevede un emendamento, come annunciato dalla deputata nazionale di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, votato all’unanimità a Roma che risponde alle richieste delle imprese, specie quelle del settore petrolifero, di avere una mano d’aiuto dopo la mannaia del PNRR e del piano della Transizione energetica, che non prevedono contributi ad un asset ancora importante per l’Italia e la Sicilia.
La raffinazione in Sicilia
Basta dire che le raffinerie di Siracusa, Milazzo e Gela assorbono, secondo dati di Confindustria Siracusa, più del 40 per cento della capacità di raffinazione del paese.
Dal 2006 obbligo del biocarburante
Nel 2006, in Italia è stato introdotto l’obbligo, per i fornitori di benzina e gasolio, di immissione in consumo di biocarburanti, allo scopo di ridurre le immissione di Co2 nell’aria.
Aiuti alle aziende del petrolio
L’aumento della soglia avrà l’obiettivo di tenere a galla le aziende, tra cui Lukoil nel Siracusano e tutto l’indotto, e contemporaneamente di rispondere alle richieste dell’UE di abbattere l’inquinamento atmosferico.
Con l’emendamento, la quota sarà di due volte e mezzo rispetto a quella precedente, come riferito dall’ex ministro all’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. “La proposta prevede anche l’erogazione ai produttori di un incentivo assegnato mediante procedure competitive, demandate al MITE” aggiunge la parlamentare.
Le risorse
“A poche settimane dalla approvazione della mozione unitaria sulla transizione ecologica per le industrie pesanti in particolar modo quelle della raffinazione, è stato approvato oggi un emendamento che porta a 500mila tonnellate la quota di biocarburanti da immettere nella distribuzione commerciale, utilizzando le risorse del fondo per la decarbonizzazione e per la riconversione delle raffinerie ricadenti nei SIN istituito dall’articolo 17 del decreto energia, dotato per l’anno in corso di 205 milioni, 45 per il 2023, e 10 per il 2024”.
“No a smantellare le aree industriali”
Secondo la parlamentare di Forza Italia, “Senza questo intervento sarebbe rimasto inascoltato l’allarme lanciato dalle aziende del settore che non vedevano nel Pnrr risorse destinate ad una transizione ecologica non traumatica per l’economia dei territori”.
“E’ questo finalmente l’approccio corretto che punta allo sviluppo e alla riconversione e non allo smantellamento di un’area industriale che deve continuare a rappresentare un asset importante per l’economia e il lavoro. a questo fondo si devono poter aggiungere altre risorse proveniente dall’Europa” conclude Prestigiacomo.
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