Cresce la preoccupazione nel Siracusano per la crisi del Petrolchimico a causa della situazione dell’Isab Lukoil.

I nodi di Isab Lukoil

Il colosso della raffinazione con partecipazione russa medita di andare via sia perché l’Europa ha deciso di non aiutare le aziende del petrolchimico nella Transizione energetica sia perché la guerra in Ucraina ha scatenato un risentimento nei suoi confronti, culminato con la decisione di alcune imprese, tra cui italiane, di interrompere i rapporti di lavoro con Isab. La prospettiva di nuove sanzioni preoccupa e non poco il territorio siracusano, la cui economia si poggia per oltre il 50 per cento sulla raffinazione.

Caporetto sociale se Lukoil va via

La deputata Ars di Forza Italia, Daniela Ternullo, originaria di Melilli, Comune che sta nel cuore del Petrolchimico  siracusano, immagina scenari apocalittici senza Lukoi.

“Se Lukoil dovesse chiudere i battenti, perché attualmente raffina il 100% di petrolio russo, – dice la deputata regionale di Forza Italia, Daniela Ternullo – sarebbe una Caporetto che metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro e dunque di altrettante famiglie.  Serve immediatamente un tavolo tecnico, in cui il Governo Draghi faccia la propria parte per evitare conseguenze drammatiche. Ricordo che parte del PIL in Sicilia è fortemente influenzato proprio dal settore della raffinazione del greggio”.

“A questo punto mi chiedo: c’è o non c’è da Roma la volontà di salvare l’imbarcazione e tutto l’equipaggio? Oppure si vuole farla colare a picco? Si consideri che vivendo il territorio, sento il disagio della popolazione locale, la quale è letteralmente terrorizzata dall’ipotesi peggiore” conclude Ternullo.

Lavoro e famiglie a rischio

La Cisl paventa rischi incalcolabili per le famiglie del Siracusano, visto che il crollo della raffinazione avrebbe un effetto domino senza precedenti.

“Resti centrale l’aspetto occupazionale. Nella vicenda Lukoil prevalga la salvaguardia dei posti di lavoro. Nessuno soffi sulla crisi dimenticando che si parla di migliaia di famiglie”. Vera Carasi, segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, e Alessandro Tripoli, segretario generale della Femca territoriale, intervengono così sulla vicenda che sta tenendo banco in questi giorni e che prospetta scenari preoccupanti in vista delle prossime sanzioni alla Russia.

“C’è la necessità di mettere responsabilmente al centro i lavoratori della nostra area industriale – hanno aggiunto Carasi e Tripoli – Bisogna attivarsi da subito con azioni concrete che possano garantire l’economia delle famiglie dei lavoratori della zona industriale e di ciò che ruota attorno ad essa, come, ad esempio, il porto di Augusta”