C’è un’altra inchiesta della Procura di Siracusa sugli sversamenti di inquinanti in mare provenienti dagli impianti del Petrolchimico di Priolo. I fari dei magistrati, secondo quanto riportato nell’edizione di oggi de La Sicilia, si sono accesi sull’Isab, la raffineria di proprietà della Goi Energy, in particolare sull’impianto per il trattamento di acque di scarico di Isab Sud, lo stabilimento più vicino a Siracusa.
Le indagini
Ed in effetti, le indagini avrebbero avuto inizio dopo che nella Baia di Santa Panagia, alle porte della città, dove approdano le petroliere, si registrò, nel 2020, una strana moria di pesci. Dai controlli compiuti dall’Arpa e dalla Capitaneria di Porto di Siracusa sarebbero emerse tracce di idrocarburi sugli argini del canale Alpina dove scarica il Tas.
L’inchiesta della Procura
Per la Procura di Siracusa c’era abbastanza per aprire un fascicolo di inchiesta e dagli accertamenti, eseguiti anche con le intercettazioni, sarebbero saltati fuori dei tentativi per nascondere quell’inquinamento, tra cui la rimozione di tracce di inquinanti depositatesi nelle rocce o la sostituzione periodica di galleggianti, in quanto, essendo di colore arancione, si sarebbero sporcati con una certa frequenza.
Le alterazioni dei controlli
L’altro aspetto, emerso nell’inchiesta, coordinata dal Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, sarebbero le alterazioni dei risultati dei prelievi d’acqua dal canale, così come previsto dall’Aia, autorizzazione integrata ambientale, rilasciata dal ministero dell’Ambiente. Da quanto svelato dall’inchiesta, per confondere i controlli, nei campioni sarebbero stati immessi dei liquidi per abbassare il livello di concentrazione di sostanze, sotto la soglia prevista dalla legge, in altri casi sarebbero stati addirittura “fabbricati” dei campioni.
Gli indagati
La Procura ha iscritto delle persone nel registro degli indagati, tra cui tecnici dell’Isab ma la vicenda giudiziaria sta già seguendo un percorso ben preciso con la nomina dei periti da parte del Tribunale di Siracusa. Un altro caso, dunque, dopo quello del depuratore Ias di Priolo, sotto sequestro dal giugno del 2022 per disastro ambientale.
Patti (Pd), “stop al ricatto occupazionale”
Sull’inchiesta della Procura, è intervenuto Peppe Patti, esponente del Pd di Siracusa ed ambientalista, noto per le battaglie contro il resort alla Pillirina, che lancio un appello alle forze politiche.
“Oggi le forze politiche – dice Patti – non possono più nascondersi, ma interrogarsi su come risolvere il tema del ricatto occupazionale, che viene superato dalla tutela della salute. Le battaglie per la difesa dell’ambiente tornano a diventare battaglie per la legalità, e il tema ambientale dovrebbe essere trattato non più nelle commissioni parlamentari (regionale e nazionale) ambientali ma nell’ottica di tutela della salute la competenza dovrebbe passare alle commissioni e al ministero e all’assessorato alla sanità”.
Commenta con Facebook