Un agente di polizia, in servizio alle Volanti della questura di Siracusa, si è tolto la vita questa notte nella sua abitazione, a Siracusa.

La tragedia

L’uomo, 38 anni, secondo quanto emerge in una prima ricostruzione, si è suicidato sparandosi con una pistola, presumibilmente con l’arma di ordinanza.  Sono state, comunque, avviate le indagini per la ricostruzione della vicenda. Una tragedia, per il momento, senza alcuna spiegazione, di fatto si allunga la striscia di suicidi tra i poliziotti che lavorano nella Questura di Siracusa.

I precedenti

Poco meno di un mese fa, un agente, dopo essersi recato in ufficio, al secondo piano della palazzina di viale Santa Panagia, si è sparato, morendo su colpo. Nei mesi scorsi, un altro poliziotto si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione dopo aver cenato con un gruppo di colleghi. Precedentemente, un poliziotto di Priolo, ma in servizio a Milano, si uccise sparandosi con la sua pistola di ordinanza.

I suicidi in divisa

I suicidi in divisa è stato un tema che è stato al centro del congresso organizzato dal Mosap, un sindacato di polizia, la cui responsabile per la Sicilia è Fernanda Aronica, assistente capo coordinatore della polizia di Stato, che da anni presta servizio nella Questura di Siracusa.

Casi in crescita

“Il fenomeno dei suicidi in divisa è purtroppo in costante aumento. Bisogna dire che l’amministrazione di tutti i corpi di polizia non prevede, per il personale armato, percorsi adeguati per gestire la problematica” spiega Ferdanda Aronica.

I poliziotti in difficoltà non incentivati a parlare

Quasi tutti i poliziotti preferiscono tenere dentro le loro difficoltà perché temono di perdere opportunità di carriera. “Capita che scattino dei rigidi protocolli, tra cui la sottrazione dell’arma che implica la perdita momentanea, in alcuni casi dello stipendio, o la decurtazione dello stesso, senza contare il finire sotto esame delle Commissioni mediche ospedaliere per il conseguimento della idoneità al servizio, che potrebbe anche scaturire nella perdita del posto di lavoro” dice Aronica.

Le soluzioni

Tra le soluzioni indicati dalla sindacalista, la possibilità di avviare dei percorsi,” rendendoli obbligatori, ma al tempo stesso non pregiudicanti, periodici colloqui con uno specialista esterno all’amministrazione, già in atto da anni nella polizia  di alcuni Stati”.