“Giansiracusa ha una vasta esperienza non solo come sindaco della sua città, ma anche come capo di gabinetto del Comune di Siracusa. Credo che sia notoriamente riconosciuto per il suo equilibrio e la sua capacità amministrativa”. Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, intervenuto nella trasmissione Talk Sicilia, mette sulla rampa di lancio, come candidato alla presidenza della Provincia di Siracusa, Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla e Capo di gabinetto del Comune di Siracusa.
La convergenza attorno a Giansiracusa
Attorno al nome di Giansiracusa c’è una convergenza diffusa e pesante, sotto l’aspetto politico, basti ricordare che poco più di un mese fa il leader del Mpa, Raffaele Lombardo, pronunciò parole di stima per il sindaco del Comune montano del Siracusano, un esponente di primo piano di Azione, lo stesso partito di Francesco Italia, componente della segreteria nazionale della creatura di Carlo Calenda. Del resto, il Mpa cammina a braccetto con l’amministrazione di Siracusa, avendo due esponenti in giunta, per cui i rapporti sono più che buoni.
“Un rappresentante della provincia”
“Credo che sia notoriamente riconosciuto – afferma Francesco Italia – per il suo equilibrio e la sua capacità amministrativa. Aggiungo che si trova in un’area politica, non sbilanciata nè su un partito di sinistra né su un partito di destra, è collocato al centro. Potrebbe essere una buona candidatura, d’altra parte io auspico la candidatura di qualcuno che possa rappresentare l’intera provincia se, invece, si ridurrà ad una battaglia tra partiti credo che nessuno ne uscirà vincitore”.
I nodi dei partiti
Nonostante la convergenza, non sarà semplice sposare la candidatura di Giansiracusa, di certo la sua forza sta nell’essere un esponente di centro, buono, insomma, come punto di caduta, probabilmente più per il Centrodestra, considerato il legame tra il sindaco ed il Mpa: un aspetto di cui bisogna tenere conto, specie con le elezioni di secondo livello in cui non voteranno i cittadini ma consiglieri di tutti i Comuni del Siracusano.
Solo che varrà il cosiddetto voto ponderato, in sostanza, un consigliere di un Comune più grande conterà più di quello di un ente più piccolo, per cui i consiglieri di Siracusa avranno più voce in capitolo ed a Palazzo Vermexio l’asse Italia-Carta è fortissima. La carta Giansiracusa sarebbe meno spendibile nel Centrosinistra considerati i rapporti, non certo idilliaci tra il Pd ed il gruppo di Azione riconducibile ad Italia.
Peraltro, nel Centrodestra non c’è accordo sui nomi dei candidati unitari presidenti dei sei Liberi Consorzi e traballa l’intero sistema di condivisione di un percorso che eviti il coinvolgimento dei “civici” nelle liste dei singoli partiti.
Le condizioni disastrose del Libero consorzio
Il sindaco di Siracusa ed esponente di Azione auspica, dunque, un nome, quello di Giansiracusa, da non spendere come uomo di partito, elemento più “digeribile”, specie in mancanza di accordo nelle coalizioni. Secondo Italia, il compito di chi dovrà amministrare la provincia di Siracusa sarà difficilissimo per le condizioni disastrose, sotto l’aspetto finanziario, in cui si trova l’ente, costretto a vendere i gioielli di famiglia, tra cui il carcere borbonico e l’autodromo, e con enormi difficoltà a pagare il personale.
Italia, “nome non divisivo”
“La nostra provincia ha un enorme bisogno – dice Italia – di essere amministrata e rappresentata politicamente, senza però stare al servizio di alcun partito: il fine è sempre il bene dei cittadini della provincia. Credo che sarebbe cosa buona e giusta comunque valutare l’opzione di un nome che non sia divisivo, che non sia un esponente di uno dei principali partiti di area e che possa rappresentare una sintesi felice. Giansiracusa mi sembra un nome su cui si potrebbe trovare una sintesi”.
Sindaco, lei non pensa ad sua candidatura?
“Dopo aver fatto il sindaco di Siracusa, il vicesindaco di Siracusa e poi di nuovo il sindaco, la presidenza della Provincia, sotto il profilo del curriculum, mi porterebbe, probabilmente un ritorno elettorale. Dovrei essere uno dei più interessati al ruolo, ma io ho preferito in questi anni pensare alla politica, che ci si creda o no, come ad un servizio che si fa per la comunità”.






Commenta con Facebook