C’è ancora sgomento a Carlentini, nel Siracusano, per il pestaggio di due ragazzine di 13 anni per mano di loro coetanee. Un episodio di bullismo, accaduto nelle settimane scorse, emerso grazie al video delle violenze finito sui social e sulla chat di WhatsApp, che ha consentito agli agenti di polizia di denunciare le responsabili. Tre quattordicenni sono state indagate per violenza e minaccia nei confronti delle due vittime.

L’allarme del sindaco

“Episodi del genere sono campanelli di allarme di un profondo disagio che non va sottovalutato e deve indurre ad una profonda riflessione da parte di tutti sul ruolo della famiglia, della scuola e delle Istituzioni tutte” afferma il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio, che intende incontrare le scuole della città.

“Incontri con i dirigenti scolastici”

“Nei prossimi giorni incontrerò i dirigenti scolastici delle nostre scuole, che da sempre sono impegnati nella sensibilizzazione degli alunni contro il bullismo, per promuovere iniziative ancora più forti, col supporto delle associazioni e di tutte le agenzie educative presenti nel territorio”.

Le minacce e le botte

Nel video emergono le urla di una delle bulle, quella che, di fatto, picchia una vittima, sotto lo sguardo divertito delle amiche. “Ancora ca mi stai tuccannu” dice la bulla alla vittima, che tenta di difendersi,  mentre le sferra dei violenti schiaffi al volto.  “Appena mi tocchi attonna, tu mori, ha caputo?” prosegue l’autrice del pestaggio.

I precedenti

Un caso analogo è accaduto a Catania, circa due anni fa: la polizia postale di Catania denunciò in stato di libertà per lesioni personali e minacce aggravate alla locale Procura per i minorenni due ragazze, di 14 e 11 anni, che avevano aggredito violentemente due loro coetanee all’uscita della scuola media che frequentano.

Una di loro riprese la violenza con uno smartphone e ha diffuso il video su social network. Le vittime, poi medicate in ospedale, furono anche minacciate di ritorsioni in caso di esposti: “… se mi fai la denuncia te ne vai da Catania…”, è il testo di un messaggio inviato loro. Le indagini sono state avviate dopo una segnalazione della dirigenza della scuola ed è stata attivata la polizia postale. Il litigio sarebbe scaturito per futili motivi.