l'indagine dei carabinieri nel siracusano

Reddito di cittadinanza nei Comuni montani, “30 per cento dei percettori ha truffato”

Il 30 per cento dei percettori del reddito di cittadinanza nei Comuni montani del Siracusano ha truffato. E’ quanto emerso al termine di un’indagine condotta dai carabinieri del comando provinciale e del Nucleo ispettorato del lavoro che hanno denunciato 9 persone.

False dichiarazioni

I militari hanno accertato in alcuni casi false dichiarazioni di residenza, in altri, la totale assenza di consumo di energia elettrica o di produzione di rifiuti, segnali inequivocabili della fittizia residenza fornita per giustificare la richiesta del beneficio.

Numeri elevati

“Sebbene il numero possa apparire esiguo, se posto a confronto – spiegano dal comando dei carabinieri di Siracusa – con la popolazione residente dei predetti comuni e con le domande presentate, restituisce un risultato che fa riflettere”

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“Oltre il 30% delle domande di reddito di cittadinanza era supportato da false attestazioni che sono state rilevate a conclusione di lavoro certosino e puntuale, attraverso l’incrocio dei dati con le informazioni presenti nelle banche dati di vari enti pubblici” concludono dal comando provinciale dei carabinieri di Siracusa.

Denunciati per truffa

I 9 sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa per truffa ai danni dello Stato ed allo stesso tempo il sussidio sarà revocato dall’Inps.

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Casi a Pachino

Nei giorni scorsi, a Pachino, nel Siracusano, gli agenti di polizia hanno denunciato un 32enne di Pachino percettore del reddito di cittadinanza scoperto a lavorare in nero in un negozio. E’ accusato di truffa ai danni dello Stato e contestualmente perderà il sussidio dopo la relazione delle forze dell’ordine all’Inps, l’ente che eroga il contributo.

Le due cuoche

Sempre a Pachino, nelle settimane scorse è emerso un altro caso, quello di due cuoche che, tra scegliere di privarsi del sussidio ed iniziare un lavoro regolare, avevano deciso di non rinunciare a nulla, con la complicità del proprietario, che le avrebbe, così, offerto di lavorare in nero. Sarebbero andate avanti per un po’ ma non avevano messo nel conto i controlli degli agenti di polizia che si sono presentati nel locale, trovando le 2 donne in cucina e quando hanno chiesto al titolare i loro contratti è saltata fuori la verità.

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