Aveva utilizzato i social network per cercare di vendere preziosi reperti che si era procurato in maniera illecita. I carabinieri della Sezione Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa hanno recuperato una serie di oggetti di valore che erano stati trafugati da alcune chiese della Diocesi di Siracusa.

Cosa voleva vendere

Si tratta di un manoscritto datato 1795 di padre Giuseppe Maria Capodieci, presbitero e archeologo siracusano; un turibolo e un reliquiario della croce settecentesca; due mazze confranternali sette/ottocentesche. I preziosi sono stati restituiti all’Arcidiocesi di Siracusa.

Un uomo denunciato

L’indagine dei carabinieri è scattata dopo una segnalazione: sui social l’uomo aveva postato alcune storie dove metteva in vendita i beni. I militari dell’Arma hanno indagato riuscendo a risalire al venditore e dopo una perquisizione domiciliare hanno ritrovato i reperti per i quali l’uomo, che è stato denunciato, non ha saputo fornire alcuna spiegazione.

Operazione nell’Ennese

Nelle settimane scorse, carabinieri della Sezione Tutela Patrimonio Culturale, al termine di una perquisizione in un locale ad Assoro, nell’Ennese, hanno rinvenuto: 1020 monete, di età romana imperiale (III sec. d.C.); 7 ornamenti in bronzo;  560 reperti fittili; 3 vasi fittili acromi; 5 pesi da telaio, prevalentemente databili ad età ellenistica (IV – II sec. a.C.); frammenti ceramici del V sec. a.C., di epoca romana e del tardo medioevo.

E’ stato consegnato alla Soprintendenza di Enna il tesoro antico  che era nella disponibilità di un collezionista che è stato denunciato.

I beni archeologici risultavano essere di notevole interesse archeologico, gli esami tecnici certificavano che le monete appartenevano “ad un unico tesoretto monetale di età romano imperiale, di eccezionale interesse archeologico, occultate durante una delle fasi politiche più tormentate dell’Impero romano dal punto di vista militare ed economico, qual è quella del III sec. d.C., per non essere più recuperato”.

La destinazione

I reperti saranno custoditi nei locali di Enna ma non si esclude, come svelato da Angelo Di Franco, soprintendente di Enna, l’allestimento ad Assoro di uno spazio espositivo che potrebbe avere la fattezze di un museo.