Visita in carcere, nel penitenziario di Siracusa, del garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune,
Giovanni Villari. È il primo sopralluogo dopo i disordini di martedì scorso per verificare le condizioni dell’istituto.
“I segni della devastazione – spiega Villari- sono ancora molto evidenti, sebbene si sia provveduto a rimuovere
buona parte delle macerie e degli arredi distrutti. La cucina centrale, barbaramente danneggiata insieme alla dispensa, è stata in parte ripristinata, anche grazie al lavoro volontario di alcuni detenuti siracusani abili nel mestiere di muratore e imbianchino, e funziona quasi a pieno ritmo per la preparazione dei pasti. Alcuni ambienti risultano ancora inagibili, pertanto i detenuti sono stati ulteriormente allocati in celle di per sé già molto piccole. Due delle sezioni coinvolte nella rivolta del “Blocco 50” sono state completamente evacuate. I responsabili dei gravi atti vandalici sono stati individuati, denunciati e trasferiti in altre carceri, come tutti gli ospiti delle sezioni
stesse”.

In merito alla rivolta il garante del Comune di Siracusa precisa.

“Non tutti i detenuti hanno però preso parte alla devastazione violenta e al tentativo di evasione, scongiurato dall’intervento della polizia penitenziaria. Diversi tra loro, pur nella foga della rivolta, si sono astenuti dagli atti vandalici e distinti dagli altri. La direzione si è premurata di igienizzare le aree di percorso comuni, quali corridoi, sale per la socialità, cortili e rotonde da cui si accede alle sezioni. Si attendono ulteriori presidi sanitari, quali
soluzioni igienizzanti e prodotti specifici”.

Secondo il garante ci sono altre emergenze. “Come dal primo giorno- spiega- di emergenza, le chiamate ai familiari continuano ad essere quotidiane per tutti, ma anche in questo caso l’assenza di prodotti adatti per igienizzare le postazioni telefoniche e gli apparecchi di volta in volta mancano, tanto che ciascun detenuto provvede in proprio come può.
Si segnala, con rammarico, che attualmente nessun presidio sanitario di protezione è stato fornito al personale amministrativo e ai funzionari giuridico-pedagogici che operano all’interno
dell’Istituto e ciò perché le scorte promesse a tutti gli istituti non sono state sufficienti a coprire il totale fabbisogno”