• Sequestrate oltre 9 mila bottiglie con salsa di pomodorino di Pachino
  • L’azienda del Siracusano non aveva le autorizzazioni per utilizzare la materia prima
  • Indagine condotta dai carabinieri per la Tutela agroalimentare

Blitz dei carabinieri per la Tutela agroalimentare in un’azienda del Siracusa che produce salsa di pomodorino di Pachino imbottigliata. Nel corso degli accertamenti, i militari hanno scoperto che l’impresa usava il marchio Igp, con l’indicazione geografica protetta, non avendo, però, ottenuto l’autorizzazione da parte del Consorzio di Tutela e del
ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

Sequestro e sanzione

Sono stati eseguiti degli esami sul prodotto ed è emerso che la salsa era stata preparata con i pomodorini di Pachino IGP certificati, solo che non aveva avuto il via libera dai due enti. Per questo motivo, i carabinieri per la Tutela agroalimentare hanno emesso al rappresentante legale dell’azienda siracusana una multa pari a 5 mila euro e e sono stati sequestrate 9.812 bottiglie di salsa di pomodoro, circa 5,5 kg, del valore di euro 30 mila euro.

Il QR code contro le contraffazioni

Frattanto, il Consorzio di tutela Igp pomodorino di Pachino ha deciso di potenziare la trasparenza e la tracciabilità del prodotto attraverso una nuova tecnologia: la blockchain.

“La dinamica relativa al suo funzionamento – spiegano dal Consorzio di tutela – è abbastanza semplice: durante l’acquisto il consumatore non dovrà far altro che inquadrare il QRcode presente sull’etichetta o sul packaging con la telecamera del proprio smartphone e leggere le informazioni che compariranno sullo schermo”.

 

Salsa straniera spacciata per italiana

In provincia di Reggio Calabria, i militari hanno accertato che un’impresa avrebbe commercializzato, durante lo scorso anno, un quantitativo di pomodoro di origine italiana superiore a quello effettivamente acquistato (circa 9mila kg in più). In particolare, la vendita di pomodoro origine italiana si concentrava nel periodo in cui la stessa ditta effettuava l’importazione di svariate tonnellate, circa 70, di pomodoro dall’estero. Il rappresentante legale e il preposto alla vendita sono stati denunciati per frode nell’esercizio del commercio.