- Prime ammissioni sul giro di usura scoperto ad Augusta dalla polizia
- Un indagato ha confessato di aver prestato soldi ad interessi alti
- E’ stato scarcerato e condotto nella sua abitazione, ai domiciliari
“Ho prestato 7500 euro per poi chiedere la restituzione di 10 mila euro”. E’ quanto ammesso al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Antonino Florio, coinvolto, insieme ad altre 10 persone, tutte arrestate, nell’operazione denominata Ludos della polizia su un giro di scommesse illegali ed usura ad Augusta.
L’ammissione
Nel corso della sua deposizione, l’indagato, assistito dagli avvocati Puccio Forestiere e Fabiola Fuccio, ha ricostruito quel prestito, concesso ad un giocatore, che avrebbe voluto investire quel tesoretto, di circa 7500 euro, nelle scommesse solo che l’indagato, ammettendo di essere anche lui un frequentatore di sale scommesse, gli avrebbe chiesto la restituzione, con gli interessi, in appena due mesi.
Dal carcere ai domiciliari
L’indagato, come fanno sapere i difensori non gestisce un’agenzia di scommesse, ma svolge un’altra professione: al termine dell’interrogatorio, il gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, ha disposto la sua scarcerazione e così è stato accompagnato nella sua abitazione, dove si trova ai domiciliari.
Le accuse
Gli 11 indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali, esercizio abusivo dell’attività di credito ed usura.
Le auto come garanzia
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Augusta, i componenti della banda, prestavano soldi ai propri clienti ludopatici pretendendo la restituzione delle somme ad interessi usurai. Capitava anche che gli indagati, esigessero dalle vittime, quale garanzia sulla restituzione del danaro, le chiavi delle loro auto.
La denuncia di una coppia di anziani
Le indagini hanno avuto inizio nel dicembre 2019 dopo la denuncia di coppia di anziani coniugi il cui figlio aveva contratto debiti gioco che i genitori hanno pagato. In quell’occasione furono avviati gli accertamenti patrimoniali, inoltre grazie alle intercettazioni ed alle telecamere, fu scoperta e poi bloccata l’attività di raccolta di scommesse sportive effettuate su siti illegali.
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