“La scuola deve riaprire”. Un annuncio secco quello dei docenti iscritti ai Cobas Siracusa, per nulla convinti di far slittare l’ingresso in classe degli insegnanti e degli studenti degli istituti superiori, per i quali le lezioni sono riprese con la dad, l’ormai nota didattica a distanza.

“Per i Cobas le scuole devono riaprire e devono farlo in sicurezza. Si tratta – spiegano due docenti Cobas, Lorenzo Perrona e Antonio Condorelli –  di una priorità nazionale, e occorrono le risorse. Questo significa cambiare le politiche che (così come quelle sulla santità pubblica) ostinatamente e colpevolmente non investono sui servizi pubblici: occorre adesso un grande piano di investimenti sull’edilizia scolastica, sul personale scolastico, sulla mobilità pubblica”.
I Cobas sostengono, con forza, che la chiusura della scuola è un errore.
“La scuola è un presidio essenziale per la vita nazionale, per le giovani generazioni, per le attività presenti e future di tutto il Paese; la scuola non è un luogo più pericoloso – spiegano due docenti Cobas – di un centro commerciale o di un supermercato, i quali sono rimasti sempre aperti; il problema della salute nella scuola deve tenere insieme la dimensione lavorativa con quella sociale; il danno alla salute psicofisica che sta producendo la chiusura delle scuole colpisce tutti, come avverrebbe per la chiusura di poliambulatori e ospedali, ma colpisce in primo luogo le fasce sociali più deboli”.

Graffiante è il commento sulla didattica a distanza, ritenuta inefficace dai Cobas.

“Non avere la percezione di ciò significa accettare l’idea della scuola come un servizio pubblico superfluo, altro che essenziale. O qualcuno davvero crede ancora che la DAD sia scuola, quando perfino i suoi promotori indefessi della prima ora hanno abbandonato il campo? La lotta per la sicurezza pensiamo si debba combattere sui luoghi di lavoro con le scuole aperte, a partire dalla richiesta di un sistema di tracciamento efficace e di servizi sanitari nelle scuole, che gestiscano in modo diretto i tamponi rapidi sul posto”.
In merito alla situazione nel Siracusa, nei giorni scorsi in Prefettura è stato varato il piano per il rientro al 50 per cento degli studenti degli istituti superiori che prevede la riorganizzazione del sistema dei trasporti ma secondo il sindacato si tratta di un protocollo per nulla chiaro.

“I Cobas Scuola Siracusa chiedono informazione – spiegano i docenti – e trasparenza verso i cittadini e le cittadine sul dettaglio del piano provinciale straordinario per il rientro a scuola. Sappiamo che il “gruppo provinciale ristretto”, composto da qualche dirigente scolastico, rappresentanti dell’USP e della Prefettura, Ast, Interbus (non invitati i sindacati!), ha stabilito per la riapertura delle scuole nella provincia un’unica fascia oraria, la disponibilità di 20 autobus in più, e il potenziamento di alcune tratte.  Dal momento che ci risulta che in entrata e in uscita da scuola i bus delle linee provinciali di solito sono pieni di studenti pendolari (addirittura con casi di corse che non coincidono con le ore di uscita da scuola), chiediamo di sapere quali sono le tratte potenziate da Ast e Interbus per garantire il distanziamento e la mobilità in sicurezza. Un simile lavoro organizzativo e di informazione, peraltro prescritto dalle norme nazionali, è fondamentale per garantire la serenità e la sicurezza a studenti, del personale della scuola e delle famiglie”.

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