Una denuncia alla corte di Giustizia Ue e una diffida all’Italia tramite la prefettura seguita da una denuncia in procura. La ong che governa la nave Sea Watch passa all’attacco e denuncia tutti. La convinzione è che l’Italia non abbia il diritto di decidere sulla destinazione dei migranti ma debba accoglierli obbligatoriamente.
La Sea Watch ha, dunque, presentato una diffida alla Prefettura e alla Capitaneria di porto sul mancato approdo della Sea Watch a Siracusa. L’avvocato Alessandro Gamberini con la portavoce Giorgia Linardi si sono recati a Palazzo di Giustizia per un incontro col procuratore Fabio Scavone. “Non si può pensare di continuare a tenere i minori a bordo – ha detto l’avvocato Gamberini -. Chiediamo che i migranti scendano perché non esploda un nuovo caso Diciotti. I migranti non devono essere uno strumento di negoziazione. Per questo abbiamo inviato una diffida alla capitaneria di Porto ed alla prefettura per fare sbarcare i minori proprio in virtù di quel provvedimento dei magistrati della Procura dei minori di Catania. Non è che si possa in nome della discrezionalità politica ignorare gli obblighi di tutela che ci sono nel nostro Paese. Solo di fronte ad un’inerzia – conclude il legale – interesseremo la Procura”.
Poco prima la ong aveva presentato richiesta di intervento anche all’Ue per “misure urgenti” inoltrando l’istanza alla Corte europea dei diritti dell’uomo a nome del comandante della Sea Watch, dal capo missione e dai migranti. Vi si chiede di “porre fine alla violazione dei diritti fondamentali prefigurata dal fatto di impedire l’ingresso nel porto della nave e lo sbarco di tutte le persone a bordo”.
La risposta dell’Ue è stata rapida da interlocutoria “La commissione sta seguendo da vicino la vicenda” della Sea Watch 3 “fin dall’inizio e stiamo avendo un ruolo di coordinatore attivo, come ci è stato chiesto, e come fatto in altri casi simili in passato, per facilitare lo sbarco delle persone sulla Sea Watch 3”. Una portavoce della Commissione Ue, ha precisato che “per la Commissione la priorità è la sicurezza delle persone a bordo e per tutti noi dovrebbe essere di facilitare questo sbarco il prima possibile. La Commissione Ue sta prendendo contatti con vari Paesi”.
Ma il Ministro dell’Interno non si fa intimidire “Sbarco degli immigrati? Solo se prenderanno la via dell’Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo”.
Intanto il presidente del Pd Matteo Orfini e il parlamentare Fausto Raciti hanno presentato un esposto alla Procura di Siracusa contro il Governo nazionale. Accompagnati dall’avvocato Giuseppe Calvo, hanno depositato la denuncia a firma di numerosi esponenti Pd al sostituto procuratore Andrea Palmieri. “Riteniamo siano state commesse – ha detto Orfini – violazioni di legge come sul caso Diciotti. I migranti sono trattenuti in modo illegittimo sulla Sea Watch ma a nostro avviso ci sono altri punti di arbitrarietà e illegittimità”.
Sulle condizioni sanitarie a bordo della nave interviene, invece, il Ministro della salute “La situazione sulla nave Sea Watch dal punto di vista sanitario è assolutamente sotto controllo e comunque il nostro Paese ha fornito e fornirà sempre l’assistenza sanitaria; detto ciò riteniamo che non possiamo essere solo noi che ogni volta dobbiamo farci carico di un lavoro enorme” dice Giulia Grillo sottolineando che “quando noi mandiamo in nostri medici, è il Paese Italia che paga mentre gli altri stanno a guardare affacciati alla finestra e non mi sembra il caso”.
Rispetto alla Sea Watch, ha sottolineato il ministro a margine della presentazione del Rapporto ristorazione 2018 della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), “abbiamo comunque fatto delle verifiche igienico-sanitarie fino a ieri e non ci sono situazioni importanti dal punto di vista sanitario né malattie infettive in atto”. Riferendosi quindi all’appello lanciato nei giorni scorsi relativo alla necessità di una assistenza psicologica a bordo della nave, Grillo ha rilevato come “in pochi giorni non possono insorgere malattie croniche dal punto di vista psicologico né traumi acuti come nei casi di post terremoto o eventi bellici; non sono questi i casi che possono causare traumi psicologici. Ci può essere una leggera situazione di stress ma – ha concluso – sostenibile”.
Ma dalla nave parlano, invece, di problemi sanitari difficili da gestire “Le persone a bordo cominciano a mostrare chiari segni di impazienza ed uno di loro è stato sedato ieri. Questo è quello cui state costringendo queste persone a due minuti e mezzo di navigazione dalla costa” racconta Giorgia Linardi, portavoce in Italia di Sea Watch a Siracusa. “Mi dicono di una persona che ieri è scoppiata a piangere e ha rifiutato il cibo. I 47 migranti sono costretti a dormire in un’unica stanza – aggiunge – Chiedo il prima possibile di mostrare un segno di umanità per non doverci vergognare all’infinito di quello che stiamo facendo”. La portavoce ha confermato che stanno provvedendo a “ricevere dei nuovi bagni chimici” e che “in questo momento a bordo risultano quindici minori”.
La Corte di Strasburgo ha chiesto all’Italia di “prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua”. Per i minori non accompagnati è stato chiesto al governo di garantire anche una “tutela legale” adeguata. Lo ha reso noto la stessa Corte che non ha però accolto la richiesta dei ricorrenti di ordinare all’Italia il loro sbarco.
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