I tre dipendenti del Libero Consorzio di Siracusa, che stamane sono saliti su una gru, hanno terminato la loro protesta e saranno presenti all’incontro fissato per domani alle 17, a Palermo, tra il commissario straordinario Giovanni Arnone e il presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Sono 611 i dipendenti dell’ex Provincia (96 della società partecipata) che attendono cinque mensilità arretrate. La prima a scendere una donna che si è sentita male, poi è sceso l’uomo ed infine la seconda donna, poco dopo le 16. Insieme a loro il parlamentare regionale Stefano Zito, che si è fatto imbracare dai vigili del fuoco, ed è salito sulla gru. In strada, insieme agli altri dipendenti, il deputato regionale Vincenzo Vinciullo. Servono 15 milioni dei 26 che il Governo regionale dovrebbe distribuire alle ex Province, ma non c’è certezza sui fondi.

Sul posto anche il commissario straordinario Giovanni Arnone che ha tentato un dialogo con i dipendenti sulla gru. “I dipendenti hanno ragione” ha detto Arnone che ha preannunciato per domani alle 17 un incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Circa un mese fa, la sezione di controllo per la regione siciliana della Corte dei Conti, aveva sollevato gravi criticità legate alla situazione finanziaria delle ex province regionali. A breve, peraltro, l’Ars ridiscuterà la controriforma che mira a riordino di enti di area vasta.

”Ci sono 26 milioni di euro – ha detto Arnone – che la Regione deve distribuire alle ex Province. Se 15 mln venissero destinati solo a Siracusa si eviterebbe il dissesto e verrebbero pagati tutte le mensilità arretrate, assicurando anche quelle prossime”.

E sull’argomento è intervenuto anche il deputato Nello Musumeci, leader dell’opposizione all’Ars, che ha incontrato a Siracusa il commissario della Provincia Giovanni Arnone e una delegazione di dipendenti provinciali.

“Nei confronti dei cinquecento dipendenti della Provincia di Siracusa –  ha detto Musumeci – ė stato compiuto un vero e proprio crimine politico. La più nera delle ingiustizie: costringerli a lavorare ogni giorno privandoli però dello stipendio per cinque mesi. Responsabile il governo Crocetta, che continua a negare a quei lavoratori ciò che invece è stato assicurato a tutti gli altri loro colleghi siciliani. Il governo dispone oggi di 26 milioni di euro: ne basterebbero 15 per ridare serenità e dignità a centinaia di famiglie ed impedire il dissesto dell’Ente. Sappiano il governatore e il prefetto, ma lo sappiano anche i sindacati, che la esasperazione di quei dipendenti pubblici potrebbe presto esplodere in una incontenibile protesta sociale. Ed allora ognuno risponderà delle proprie responsabilità, commissive e omissive”.