Natura Sicula, un’associazione ambientalista, denuncia che le aziende continuare a conferire reflui nel depuratore Ias, sotto sequestro da meno di un mese per disastro ambientale. Il gip del Tribunale di Siracusa ha di recente respinto il ricorso del Comune di Priolo. Tra gli indagati i vertici delle imprese del Petrolchimico.

La denuncia di Natura Sicula

“Gli impianti continuano a funzionare, nel silenzio generale – dice Natura Sicula – di tutti, facendo arrogantemente prevalere, come sempre, il profitto al diritto alla salute, e continuando a conferire i reflui industriali. Ne consegue una chiarissima violazione del provvedimento di sequestro in quanto in esso è ben specificato che “il depuratore dovrà continuare ad operare solo con riferimento ai reflui c.d. domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale”.

L’impossibilità di chiudere il depuratore

Nei giorni successivi al provvedimento, BlogSicilia, ascoltando alcune fonti del Petrolchimico, svelò che le aziende continuavano a conferire reflui nell’impianto Ias di Priolo.

Secondo questa fonte autorevole l’interruzione, di punto in bianco, del flusso di rifiuti dagli impianti al depuratore Ias è praticamente impossibile, sotto l’aspetto tecnico. “Chiudere lo scarico significa chiudere gli impianti, allo stesso tempo, per fermare gli impianti sono necessari gli scarichi”.

Le ragioni della Procura di Siracusa

Secondo la Procura la gestione del depuratore, avvenuta abusivamente con autorizzazioni non conformi, e avrebbe prodotto fra il 2016 ed il 2020 “l’immissione non consentita in atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive (fra cui alcune sostanze cancerogene come il benzene) e di oltre 2500 tonnellate di idrocarburi in mare”.

No difesa del Petrolchimico

Per Natura Sicula, “l’avvelenamento, sia chiaro, è ancora in corso”. Inoltre, “di fronte alla gravità di tali accuse appaiono inaccettabili e offensive le parole in difesa del petrolchimico e indifferenti al disastro ambientale di alcuni miserrimi esponenti politici, la cui sopravvivenza è strettamente legata ai voti che riescono a raccattare tra il personale delle industrie” spiegano i vertici dell’associazione ambientalista Natura Sicula.

“Ci auguriamo che la magistratura faccia serenamente e fino in fondo il proprio lavoro, difendendoci una volta per tutte da un avvelenamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e del sottosuolo che ormai continua indisturbato da 70 anni” conclude Natura Sicula.