Tra i sindaci del Siracusano è quello a cui la società mista, tra pubblico e privato, per la gestione del servizio idrico non va proprio giù.

La polemica

Salvatore Gallo, capo dell’amministrazione di Palazzolo Acreide che, nella prossima primavera tenterà di ottenere un secondo mandato, è stata criticato, per la sua posizione contraria alla decisione assunta dall’Ati idrico, dal presidente dell’ente nonché sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e dal presidente della Commissione regionale Territorio ed ambiente, Giuseppe Carta, che riveste anche la carica di primo cittadino di Melilli.

Secondo Gallo, la scelta di affidarsi ad un partner privato, dopo aver abbandonato la strada della società interamente pubblica votata due anni fa, creerà problemi finanziari ai Comuni che, fino ad ora, hanno gestito in modo virtuoso il servizio idrico.

Sindaco, di che danni finanziari parla?

Noi a Palazzolo, abbiamo la gestione in house il servizio idrico. Provvediamo alla riscossione delle bollette e manteniamo tutto in equilibrio, senza debiti, anzi l’amministrazione si mette in cassa risorse importanti, che sono fondamentali per un ente pubblico. Con la società mista, ci sarà un danno finanziario enorme per i Comuni virtuosi come il nostro, che, peraltro, non ha bisogno di rivolgersi alle banche, per cui non paghiamo alcun interesse.

Scenda nel dettaglio, cosa accadrà?

In questo modo, sarà il partner privato ad incassare i consumi degli utenti ed a quel punto quel sistema virtuoso su cui si regge il Comune di Palazzolo, e gli altri che, come il nostro, non hanno situazioni di dissesto e pre dissesto, andrà a farsi benedire. Per non parlare dei costi a carico degli utenti: tanto per fare esempio, in modo che la gente possa capire, mi riferisco alla sostituzione dei contatori dell’acqua. Vedrete che avremo degli aumenti importanti.

Ma ci sarà il controllo pubblico..

La società mista ha un aspetto che definirei curioso: la parte pubblica non partecipa in alcun modo alla gestione, quella che porta incassi e risorse, ma in caso di difficoltà deve mettere sul tavolo i soldi, quelli dei contribuenti, per cui mi chiedo dove sia la convenienza per la pubblica collettività.

E’ stato accusato di fare demagogia. Come risponde?

Facciamo così: diamo tutto ai privati. Dopo avergli dato l’acqua, gli diamo anche l’aria. Nel referendum, gli italiani hanno dato un preciso segnale sulla gestione idrica.

Ma ci sono Comuni in dissesto, che hanno difficoltà…

Se è così, allora a cosa servono i sindaci o chiunque gestisca un’amministrazione pubblica? A questo punto, privatizziamo ogni cosa. Invece, dovremmo andare nella direzione opposta, cioè di nazionalizzare. La recente pandemia ha fatto emergere quanto il sistema sanitario pubblico è importante. Prima del Covid19, il dibattito era incentrato sulle chiusure delle strutture sanitarie, tra cui l’ospedale di Noto. Dovremmo privatizzare anche questo? Siamo nelle mani delle lobbie che hanno in mano la gestione dell’energia e stiamo vedendo bene cosa sta accadendo: prezzi stellari, famiglie in difficoltà e aziende che chiudono

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