La decadenza del Consiglio comunale di Solarino è stata sancita con un provvedimento del presidente della Regione, Renato Schifani che, a sua volta, ha nominato un commissario regionale.

Il caso Solarino

Una vicenda surreale quella che ha investito il piccolo centro del Siracusano che rischia di creare un precedente per altre amministrazioni, siciliane e non.

Tutto è nato dalla decisione di 6 consiglieri, su 12, di dimettersi allo scopo di fare sciogliere l’assemblea e consentire al sindaco Giuseppe Germano di governare senza il freno democratico dell’aula. Ci saranno 60 giorni di tempo, a partire dal 2 gennaio, per presentare ricorso al Tar contro il decreto del presidente della Regione ed a quanto pare gli altri consiglieri che non si sono dimessi sarebbero pronti a rivolgersi alla giustizia amministrativa.

L’intervista

Abbiamo realizzato una intervista al sindaco di Solarino, Giuseppe Germano, una personalità politica abbastanza nota per via del suo incarico di vicesegretario regionale di Noi moderati, braccio destro di Saverio Romano.

Sindaco, non crede che quanto accaduto strida con la democrazia?

Stride con la democrazia ma stride anche un altro aspetto che mi preme chiarire: io mi sono candidato a sindaco mettendoci la faccia così come gli altri consiglieri che sono stati eletti ma quando un deputato della mia provincia (Giuseppe Carta ndr) decide di fare risiko in vari Comuni, come a Solarino, cambiando di fatto il responso della volontà popolare, allora sì che ci troviamo in presenza di un atto anti democratico. Si tratta di una stortura a cui la legge pone un rimedio, con la decadenza del Consiglio attraverso la mancata approvazione del bilancio o le dimissioni collettive dei consiglieri e conseguente nomina di un commissario regionale,  che garantisce liceità agli atti del Comune.

I cambi di casacca fanno parte del gioco della politica. Non trova?

Se è vero che è possibile e soprattutto lecito cambiare schieramento è altrettanto lecito sfruttare le norme che sono in essere. Se qualcuno  non intende farmi governare ci sono degli strumenti di legge opportuni. Del resto, il rischio di una grave impasse per l’amministrazione era concreta ma, in ogni caso, io, non appena scadrà il mio mandato, tra tre anni e mezzo, ci rimetterò la faccia, ricandidandomi a sindaco. Ed a quel punto, la comunità deciderà se ho fatto bene o male, se ho governato nell’interesse di Solarino o meno. Se dovessero sfiduciarmi, tornerò a lavorare, perché io un lavoro ce l’ho.

Il neo commissario lo conosce? Si dice che sia suo amico..

Pio Guida è una persona che conosco: io faccio politica da 22 anni ed ho avuto modo di interloquire con tanti funzionari regionali. Del resto, in tutti questi anni mi sono recato spesso a Palermo, per cui è normale avere delle conoscenze e delle relazioni. Con Guida c’è un rapporto di cordialità istituzionale e sono contento del suo arrivo perché è persona perbene.

Che ruolo ha avuto in questa storia il deputato Carta?

L’ingerenza è stata totale, in quanto, dopo aver acquisito dei consiglieri comunali, ha condizionato l’azione amministrativa, non finalizzata, però, al miglioramento, tutt’altro. E questo modo di fare non è per nulla democratico. E poi c’è una cosa.

Quale?

Faccia un giro tra gli altri Comuni del Siracusano: vada ad Augusta e scopra con quanti consiglieri comunali è partito e quanti ne ha adesso (in riferimento al parlamentare Carta ndr), stessa cosa a Lentini, o a Sortino, dove addirittura ha contribuito alle dimissioni del presidente del Consiglio comunale, o a Siracusa, dove il sindaco Italia senza Carta non potrebbe godere della maggioranza. Non è antidemocratico un consigliere comunale che sceglie, di sua spontanea volontà di rimettere il mandato, lo è chi intende sovvertire l’esito del voto elettorale.

Consolidare la posizione politica non è una prassi legittima?

Io non ho alcuna preoccupazione nell’affermare che il Centrodestra deve ripulirsi da un modo di fare politica che non è più consono. Nelle prossime elezioni provinciali o comunali, considerato che ho l’incarico di vicesegretario regionale di un partito (Noi moderati), non intenderò dialogare con soggetti destabilizzanti, non staranno di certo nel mio tavolo. O si alzano loro o lo farò io.

 

 

 

 

Articoli correlati