- Avviso di conclusione indagini per 2 avvocati di Sistema Siracusa
- Piero Amara e Giuseppe Calafiore coinvolti in una inchiesta della Procura di Perugia
- Sono accusati di concorso in millantato credito e traffico di influenze illecite
La Procura di Perugia ha emesso gli avvisi di conclusione indagini per concorso in millantato credito e traffico di influenze illecite nei confronti degli avvocati siracusani Piero Amara e Giuseppe Calafiore, entrambi coinvolti in diverse inchieste, tra cui quella denominata Sistema Siracusa sulla presunta corruzione di un magistrato per aggiustare le sentenze.
La vicenda
Nell’ambito del filone della Procura umbra, entrambi sono accusati di aver consegnato 30 mila euro all’ex funzionario dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna Loreto Francesco Sarcina: quella somma, secondo gli inquirenti, sarebbe la mediazione illecita dell’ex agente dei Servizi verso pubblici ufficiali. Amara è il personaggio centrale dell’indagine sulla presunta loggia Ungheria. Inchiesta alla quale non è comunque legato il fascicolo dal quale è scaturito l’avviso di conclusione indagini.
L’altro procedimento per Amara
Piero Amara è coinvolto in un altro procedimento giudiziario, quello della Procura di Siracusa sul fallimento dell’ex gestore idrico di Siracusa. Secondo l’accusa, la società, la Sai 8, avrebbe dato, sotto forma di consulenze, tanti soldi ad Amara ed all’avvocato Attilio Toscano, anche lui finito in questa inchiesta, per distrarre i beni.
Lo scontro in aula
Amara, che sta collaborando con i magistrati, nel corso del controesame, ha avuto uno scontro con il legale di Toscano, l’avvocato Dario Riccioli. Al centro della controversia, la circostanza che Amara, ex avvocato dell’Eni, avrebbe tirato in ballo il coindagato, indicato come promotore per la nomina di un manager in un ente siracusano grazie alla mediazione di un importante esponente politico. Una tesi fortemente rigettata dal collegio difensivo di Toscano che ha ingaggiato un duello verbale, con toni accesi, con Piero Amara, il quale, secondo la controparte, avrebbe “rivisto” questa ricostruzione.
Il caso giudiziario
Amara e Toscano furono iscritti nel registro degli indagati a seguito di una indagine della Guardia di finanza che si stava occupando del fallimento della Sai 8. Secondo quanto ipotizzato dall’accusa, Amara avrebbe riscosso dalla Sai 8, dal 2011 al 2013, una somma di circa 1 milione e 300 mila euro, condensata in 25 fatture. Toscano, nello stesso periodo di tempo, avrebbe incassato poco meno di 1 milione e 200 mila euro.
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